17.10.2012
“Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! Abbi il coraggio di rischiare con la fede! Abbi il coraggio di rischiare con la bontà! Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!”. (Benedetto XVI – festa dell’Immacolata 2005)
…e Marta ha osato, ha scommesso il suo futuro sulla fedeltà di Dio, ha, semplicemente, … creduto.
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C’era tutta la parrocchia di S. Maria della Misericordia (RM), tanti parenti ed amici, nel pomeriggio di domenica 7 settembre, ad accompagnare l’evento che ha orientato definitivamente la vita di Marta; c’era naturalmente la sua famiglia: genitori, nonni, fratelli, che con generosità hanno accolto e seguito l’evolversi del suo cammino vocazionale; c’era la nostra congregazione di FMSC, nella persona della superiora generale sr. Paola Dotto, nelle cui mani Marta ha fatto voto di vivere in Povertà, Castità e Obbedienza, assieme alla superiora provinciale sr. Marta Camerotto, con i rispettivi Consigli e tutte noi, convenute da varie parti, felici di questa nuova sorella.
Soprattutto c’era lei: Marta Lucatelli, con l’entusiasmo della sua giovinezza, con il sapore del suo sorriso innamorato, con la consapevolezza di un’ offerta libera e senza ritorni, con la purezza di un abbandono sponsale a Colui che da sempre l’ha scelta e amata.
La Chiesa intera, Corpo Mistico del Signore, si è resa visibile nella diversità e complementarietà dei carismi di coloro che hanno partecipato commossi al rito della Professione religiosa.
P. Agostino Montan, direttore dell’Ufficio per la Vita Consacrata della diocesi di Roma, ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata dall’ex Parroco e dal Parroco di Marta. Nell’omelia il celebrante ha esordito con le parole : Gaudet Mater Ecclesia … per il dono di Marta, maturato nella vita della parrocchia, nella fede della famiglia, nella fraternità delle fmsc.
Dopo aver indossato l’abito religioso, a indicare la sua identità consacrata, sr. Marta dell’Amore Crocifisso ha deposto la sua consacrazione nell’offerta sacrificale di Gesù, accompagnata dalla comune emozione e preghiera.
Con l’esclusività cui hanno diritto, lasciamo la parola a coloro che, nello Spirito Santo, sono stati protagonisti di questo evento di grazia: sr. Marta e i suoi genitori.
“Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio” (Is 61,10) per il grande dono della vocazione e per la grazia che mi ha dato, di rispondere con convinzione alla sua chiamata. Domenica 7 Ottobre, memoria della Beata Vergine Maria del Rosario, ho finalmente realizzato il progetto d’amore di Dio per me davanti a tutta la Chiesa.
Dio solo sa cosa porto in cuore di ciò che ho vissuto nella celebrazione, alla quale mi sono preparata con cura, coinvolgimento e preghiera, una gioia profonda che non posso esprimere a parole. Ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio, sono stati espressione di ciò che è avvenuto nella mia vita: Dio mi ha consacrata a Sé, ora appartengo a Lui. Ora posso dire ogni momento: “Sì, Signore, veramente voglio tutto questo!” Ringrazio il Signore perché fa grandi cose nella mia semplice e povera esistenza, e tutto ciò è opera sua, per questo “gioisco pienamente nel Signore”.
Qualcuno mi ha confidato ciò che ha pensato quando mi è stato messo il velo: “Ora Marta cambia viso…per sempre”; è questo ciò che ho provato anch’io: “Ora sono suora, questa è la mia nuova immagine, non è transitoria, sono io, una nuova creatura.”
È stato molto emozionante vedere la partecipazione attenta di molte persone, e riscontrare le loro impressioni: è stata una celebrazione molto sentita e partecipata, vissuta nella preghiera e nel rendimento di lode a Dio. Tutti l’hanno vissuta con commozione e gioia, per molti è stata motivo di profonda riflessione… una cosa è certa: è stato un momento che ha lasciato un segno nel loro cuore, la mia professione è stata strumento per giungere a Dio, alla sua lode, alla sua gloria. Questo me lo auguro con tutto il cuore, lo auguro a ciascuno, e allora posso gridare ancora più forte: “Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio.”
Sr. Marta dell’Amore Crocifisso
Siamo qui oggi, Signore, per ringraziarti!
Ti ringraziamo per le nostre famiglie di origine, che ci hanno permesso di conoscerti!
Ti ringraziamo, Signore, per il nostro amore umano, che, con la Tua Grazia, trasformi ogni giorno nel Tuo.
Ti ringraziamo per gli innumerevoli doni che hai concesso alla nostra famiglia: l’amore, la fede, la salute, il lavoro, i parenti, gli amici, i sacerdoti che ci hanno seguiti e, non da ultimo, i figli, meravigliose perle preziose, ognuna diversa dalle altre, unica ed irripetibile, che ci hanno ancor di più uniti a Te!
Oggi in particolare ti ringraziamo per Marta, una delle perle preziose che ha scelto Te nella sua vita e che oggi, con grande gioia, ma anche con tanta apprensione, consegniamo nelle tue mani, consapevoli che i figli non sono nostri, ma che noi siamo solo il mezzo per ricondurli a Te, Unico Padre, Padre Nostro!
(la mamma e il papà di Marta)
L’omelia di P. Agostino Montan:«GAUDET MATER ECCLESIA»
Omelia in occasione della Professione religiosa di Marta Lucatelli
(domenica 7 ottobre 2012)
«Gaudet Mater Ecclesia» con queste parole, cinquant’anni fa, l’11 ottobre 1962 Giovanni XXIII iniziava il discorso di apertura del concilio Vaticano II. “La madre Chiesa gioisce”, affermava il Papa, “perché è sorto il giorno desiderato in cui inizia il concilio ecumenico Vaticano II / sotto la protezione della Vergine santissima, Madre del Signore”. In quel discorso il Papa tracciava il sentiero che il concilio avrebbe dovuto percorrere, ma ribadiva soprattutto una verità di sempre: “il nostro concilio – affermava Giovanni XXIII – sarà una celebrazione dell’unione di Cristo e della sua Chiesa: il Cristo, sempre splendente, al centro della storia e della vita”. Nell’anno successivo, 1963, Paolo VI, ricollegandosi alle parole di Giovanni XXIII, ripeteva ai Padri conciliari riuniti per la seconda sessione: “Siamo qui per proclamare a noi stessi e annunciare al mondo Cristo: Cristo nostro principio, Cristo nostra via e guida, nostra speranza e nostro termine”.
Care sorelle e cari fratelli, le parole di Giovanni XXIII e di Paolo VI, un po’ lontane nel tempo, sono attuali per noi, oggi, qui, nella Chiesa “Maria Immacolata”, mentre ci accingiamo a celebrare la prima professione di Marta Lucatelli, novizia delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore.
La Madre Chiesa gioisce. Quali possono essere i motivi della nostra gioia?
Al primo posto sta il Cristo: Lui è il nostro capo, Lui ci dona la dignità e la libertà dei figli di Dio, Lui ci dona il nuovo comandamento di amare come lui ci ha amati, Lui ci indica la meta, “sono venuto perché abbiate in voi la vita” e la missione “andate e proclamate il vangelo ad ogni creature”.
C’è un secondo motivo per essere nella gioia. Anche questo, come il precedente, si fonda sulla fede: noi siamo / il tempio / vivo e vero di Dio, siamo – non sono parole mie ma di Sant’Agostino – “siamo il materiale disponibile per la costruzione della Chiesa del Signore”. È questo un motivo di gioia che ci porta a lodare e ringraziare il Signore per il dono della Chiesa: una, / santa_ e madre di santi, corpo di Cristo, chiamata ad essere un unico popolo che si raccoglie da popoli diversi.
Tra le prime realtà inserite nella Chiesa, c’è la famiglia, che per noi cristiani, quando la famiglia nasce dal sacramento del matrimonio, è come un “santuario domestico della Chiesa” (FC 55). Nella famiglia viene testimoniata la fede, sono vissuti i valori fondamentali dell’esperienza cristiana – l’apertura alla vita, la condivisione e la comunione, l’attenzione ai più deboli, l’affidamento a Dio come sorgente dell’amore che unisce. Cara Marta, con te ringraziamo il Signore per il dono della famiglia e invochiamo per tutte le famiglie del mondo la protezione della santa Famiglia di Nazareth, dove è vissuto per lunghi anni il Figlio di Dio.
Ci sono altri luoghi dove la fede della Chiesa è trasmessa e testimoniata. Mi limito a uno di questi luoghi: la comunità parrocchiale. La parrocchia è vista soprattutto come il luogo dove si celebrano i sacramenti, ma è anche spazio di incontro per le famiglie, luogo dove viene promossa la lettura della Parola di Dio, luogo dell’impegno laicale nelle sue diverse realtà e manifestazioni, luogo della solidarietà, in breve luogo in cui si fa vera esperienza di Chiesa. Anche per questo dono – il dono della tua parrocchia, cara Marta, noi ci uniamo a te per ringraziare il Signore e, con il tuo parroco presente tra noi, invochiamo per tutte le comunità cristiane di saper trasmettere la fede ad ogni uomo.
Cari Fratelli e sorelle, poco fa Marta ci ha detto che chiede alla Superiora Generale, Sr Paola Dotto, di essere ammessa alla Professione religiosa nella Congregazione delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore. Con i riti che seguiranno, comprenderemo che cosa comporta questa domanda. Marta ci dirà che vuole seguire Cristo da vicino, vuole abbracciare i consigli evangelici dell’obbedienza, della povertà e della castità in una comunità di sorelle, vestirà l’abito religioso dell’Istituto, riceverà un nuovo nome, le sarà consegnata la Regola di vita e il distintivo delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore.
Come comprendere tutto questo? Non è facile rispondere. Dovremmo entrare nel mondo interiore di Marta, là dove Lei ha incontrato il Signore, quel Signore che alla sua vita ha dato un nuovo orizzonte e una nuova direzione decisiva.
Però Marta ha aperto qualche finestra che ci consente di comprendere cos’è accaduto nella sua vita. Nella prima Lettura, facendo sua l’esperienza del Profeta Isaia, Marta ci dice di aver avvertito una voce che le ha detto: «Ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni, … tu sei preziosa ai miei occhi, sei degna di stima e io ti amo. Non temere, perché io sono con te». La risposta di Marta non si è fatta attendere: è narrata nel salmo responsoriale: «Sei tu, Signore, l’unico mio bene!». Poi, nella seconda Lettura, Marta, con grande coraggio fa sue le parole di Paolo nella lettera ai Filippesi e ci dice che “tutte quelle cose che potevano essere un guadagno – per Paolo erano un guadagno: l’essere circonciso, ebreo della tribù di Beniamino, fariseo irreprensibile, persecutore dei cristiani; per Marta avrebbero potuto essere un guadagno; disporre di tanti soldi, vivere in assoluta libertà, godere la vita – ebbene, dice Marta, “tutte queste cose le considero spazzatura, per guadagnare Cristo, conoscere lui, essere trovata in Lui, diventare conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione». Abbiamo compreso: Marta cerca una nuova vita, espressa dal nome nuovo che Le sarà dato.
Grazie Marta per questa tua coraggiosa scelta. I giovani, le famiglie, la società, noi consacrati/e, le comunità cristiane, la Chiesa, abbiamo bisogno di testimonianze come la tua. Consentimi di augurarti di sperimentare la gioia di cui parla Gesù nel brano del Vangelo che hai scelto per questa celebrazione: come Gesù osserva i comandamenti del Padre, rimani nel suo amore. Avrai nel tuo cuore la gioia di Gesù e la tua gioia sarà piena.
Roma 07.10.12
P. Agostino Montan
Direttore Ufficio per la Vita Consacrata
Diocesi di Roma