[vc_row][vc_column][vc_column_text]
L’inizio della Provincia religiosa “Maria Immacolata” nell’Italia centrale, ha del provvidenziale! Sorge infatti da quattro comunità di suore che la guerra del 1915-’18 aveva disperso nel centro sud: Colonnata (Firenze), Ripe (Ancona), Monteporzio (Pesaro), Fognano (Ravenna) e dall’unica comunità sorta nel 1930 a Roma – periferia est, l’attuale zona di Centocelle, in quel tempo quasi disabitata.
È molto interessante conoscere per quali vie la Provvidenza ha portato la Congregazione ad estendersi da Gemona in quelle zone.
Casa “S. Caterina” Fognano (Ravenna)
Le suore arrivano nel piccolo ospedale di Fognano, benemerita istituzione a beneficio dei malati e bisognosi del paese, nel 1918, inviate dalla superiora generale Madre Carmela François che in quell’anno visita le suore profughe alle Caldine (Firenze).
Nella modesta opera, le suore rimangono cinquant’anni, assolvendo con estrema umiltà alla missione caritativa loro affidata. Dedicano premurose cure ai “ricoverati” generalmente persone abbandonate, per alleviarne la sofferenza e offrire amorevole conforto alla solitudine. Esse prestano servizio nel piccolo ambulatorio, si adoperano per aiutare i poveri e collaborano con il parroco nell’animazione religiosa dei fedeli.
L’umile, preziosa presenza si conclude, con il mutare delle esigenze sociali e la scarsità di personale, il 30 .09. 1971.
Casa “S. Girolamo” Ripe (Ancona)
Il 27 settembre 1925 Madre Teofila Jellici apre questa missione destinata a portare un prezioso contributo al bene del paese e dei dintorni.
La casa è stata voluta da Don Luigi Neri come “Opera Pia”. Ivi le suore si dedicano all’educazione cristiana dei bimbi nell’ “Asilo Infantile” e alla guida delle giovani nella “Scuola Femminile di Arte e Mestieri”, inoltre affiancano il parroco in ogni iniziativa pastorale.
Sul loro cammino non mancano difficoltà, fatiche e privazioni, specialmente durante la guerra, ma l’opera resiste e, con il tempo, si ingrandisce e si qualifica. A causa della scarsità del personale, il 30 giugno 1986, nonostante le resistenze della popolazione e delle Autorità, le suore devono ritirarsi dal campo amorosamente coltivato per oltre sessant’anni. Leggi ancora…
Casa “S. Vincenzo de’ Paoli” Monteporzio (Pesaro)
La nostra presenza a Monteporzio trova i suoi lontani inizi nel 1918, al termine della prima guerra mondiale.Ecco come una delle pioniere della fondazione, Sr Alice Masiero, narra le vicende che portarono nelle Marche la prima nostra comunità:
“Partita la popolazione dal paese di Solagna (Vicenza) a causa dei paurosi e continui bombardamenti sul sovrastante Monte Grappa, la comunità religiosa, composta di cinque suore: Madre Emerenziana, Sr Gemma, Sr Edvige, Sr Rufina, e Sr Alice, fu chiamata a Padova dal Vescovo, il quale la affidò alle dame del Sacro Cuore.
Nel frattempo Don Giovanni Cesari, parroco di Monteporzio, chiedeva al Vescovo di Padova se c’era la possibilità di avere suore per la sua parrocchia. Sua Eccellenza gli inviò le Francescane sfollate da Solagna…”. Leggi ancora…
Casa “S. M. Maddalena de’ Pazzi” Colonnata (Firenze)
L’opera di Colonnata ha un inizio umilissimo e in un momento di estrema difficoltà. Le suore vi arrivarono il 14 agosto 1919 con i sacconi militari dei profughi, munite di un biglietto di presentazione del Vescovo di Firenze per essere accolte da qualche parroco. Si trovarono alloggiate, tra i profughi, alle Caldine (Firenze) nel convento della Maddalena requisito per la guerra.
Al termine di essa, la Superiora Generale Madre Carmela espresse al Vescovo Ausiliare di Firenze, Mons. Giovacchino Bonardi, il desiderio di fondare una Missione in Toscana. Il Vescovo consegnò alle suore alcuni biglietti di raccomandazione perché potessero proporre ai parroci la loro disponibilità per l’apostolato. Dopo varie inutili ricerche a Firenze furono volentieri accolte dal parroco di Colonnata, il priore Don Mario Nistri, il quale da tempo desiderava l’aiuto di religiose per formare la nuova generazione sui valori cristiani. Leggi ancora …
Casa “Maria Immacolata” Centocelle (Roma)
Nel Capitolo Generale del 1923 si decide l’acquisto di uno stabile a Roma, ma l’impresa si presenta irta di ostacoli e difficoltà, anche perché il Vicariato di Roma limita agli Istituti religiosi la libertà di fondare nuove case in città e orienta verso la periferia.
Dopo vari tentativi condotti senza risultati per un intero anno, dietro suggerimento del cardinal Vicario, la scelta apostolica si volge verso una zona molto povera della periferia, destinata a divenire in pochi anni una popolosa borgata: Centocelle.
Viene acquistato un villino di due piani in Via Tor de’ Schiavi, situato in ottima posizione, con cinque ettari di terreno.
La nostra presenza a Centocelle inizia nel 1930 con le due pioniere Suor Antonina Monterumici e Suor Alessia Candolini, che vi approdano il 17 luglio, seguite qualche tempo dopo da altre suore. Leggi Ancora …
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]