Le autorità stimano più di 10.000 vittime!
Morte e disperazione. Onde alte fino a sei metri. Case distrutte. Edifici ed aeroporti scoperchiati. Strade inondate. Terreni franati. Corpi straziati. Piccoli orfani con lo sguardo carico di orrore. Polvere mista a fango, lacrime e dolore. A Tacloban le acque ghiacciate del Pacifico si sono spinte fino all’interno dell’abitato. Non hanno risparmiato nulla, trascinando e devastando tutto quel che hanno incontrato. Uomini, donne e bambini compresi.
La furia devastante del supertifone Haiyan ha messo in ginocchio le Filippine. Una tempesta tra le più potenti della storia che, secondo le stime della Croce Rossa, ha già provocato 1.200 morti soprattutto nelle regioni di Leyte e di Samar, e che gli abitanti del luogo hanno ribattezzato col nome di ‘Yolanda’. Il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi di ora in ora: secondo le autorità potrebbero essere oltre 10.000 nella zona provincia di Leyte. Allarmanti le cifre fornite dall’Unicef: quattro milioni di persone colpite, più del 40% sono bambini.
Un ufficiale dell’aeronautica che ha sorvolato Tacloban, capitale dell’isola di Leyte, riferisce di aver visto i cadaveri delle vittime galleggiare nelle strade trasformate in torrenti dalle inondazioni. Secondo gli esperti, “il livello di distruzione è simile a quello dello tsunami del 2004”. Agghiaccianti le testimonianze di chi è riuscito a mettersi in salvo: “L’acqua era alta come una palma” ha dichiarato Sandy Torotoro, un residente di Tacloban. L’uomo, 44 anni, un tassista di biciclette, ha spiegato che con altre persone si è rifugiato dentro una jeep parcheggiata sulla strada per proteggersi, ma il veicolo è stato portato via da un muro d’acqua: “Sono uscito dalla jeep e sono stato portato via dalla furia delle onde, insieme a tronchi, alberi e la nostra casa, che è stata strappata dalla sua base”. L’abitazione, dove l’uomo viveva con la moglie e la figlia di otto anni, era vicino all’aeroporto.
Complicata la situazione delle comunicazioni, con linee telefoniche e internet fuori uso in molte aree.
Vista la gravità della situazione, la mobilitazione internazionale si è subito messa in moto. Il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, ha proposto l’invio di aiuti d’emergenza: “Abbiamo già inviato un’equipe per assistere le autorità locali nei primi soccorsi e siamo pronti a contribuire” con ulteriori interventi, ha scritto in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica delle Filippine, Benigno Aquino III. Il quale, dal canto suo, ha fatto sapere che la priorità del governo è ripristinare l’erogazione dell’elettricità e le comunicazioni nelle aree isolate, per permettere i soccorsi.
Il dramma immane ha spinto Papa Francesco a scrivere sull’account inglese di Twitter: “Chiedo a tutti voi di unirvi a me nella preghiera per le vittime del tifone Haiyan-Yolanda, specialmente quelli nelle amate isole delle Filippine”. (da La Repubblica – 9 novembre 2013)
Anche le famiglie delle nostre sorelle sono state colpite: abitazioni distrutte … tanta angoscia e paura. Speriamo non ci siano vittime tra i loro cari! Questa immane catastrofe ci unisca in una preghiera fraterna e solidale, capace di mostrare affetto e vicinanza sia a chi vive con preoccupazione e dolore sul luogo del disastro, sia a chi soffre lontano dalla sua terra.