Nell’atmosfera gioiosa della basilica di San Pietro, gremita di religiosi e religiose, abbiamo potuto ascoltare le parole di Papa Francesco:
Maria e Giuseppe portarono il loro bambino al Tempio di Gerusalemme, avvenne il primo incontro tra Gesù e il suo popolo, rappresentato dai due anziani Simeone e Anna.
Quello fu anche un incontro all’interno della storia del popolo, un incontro tra i giovani e gli anziani: i giovani erano Maria e Giuseppe, con il loro neonato; e gli anziani erano Simeone e Anna, due personaggi che frequentavano sempre il Tempio.
E’ un incontro tra i giovani pieni di gioia nell’osservare la Legge del Signore e gli anziani pieni di gioia per l’azione dello Spirito Santo. E’ un singolare incontro tra osservanza e profezia, dove i giovani sono gli osservanti e gli anziani sono i profetici! Alla luce di questa scena evangelica guardiamo alla vita consacrata come ad un incontro con Cristo: è Lui che viene a noi, portato da Maria e Giuseppe, e siamo noi che andiamo verso di Lui, guidati dallo Spirito Santo. Ma al centro c’è Lui. Lui muove tutto, Lui ci attira al Tempio, alla Chiesa, dove possiamo incontrarlo, riconoscerlo, accoglierlo, abbracciarlo.
Gesù ci viene incontro nella Chiesa attraverso il carisma fondazionale di un Istituto: è bello pensare così alla nostra vocazione! Il nostro incontro con Cristo ha preso la sua forma nella Chiesa mediante il carisma di un suo testimone, di una sua testimone. Questo sempre ci stupisce e ci fa rendere grazie.
E anche nella vita consacrata si vive l’incontro tra i giovani e gli anziani, tra osservanza e profezia. Non vediamole come due realtà contrapposte! Lasciamo piuttosto che lo Spirito Santo le animi entrambe, e il segno di questo è la gioia.
All’Angelus, Papa Francesco ha ripreso le fila dell’omelia appena pronunciata in Basilica, mostrando l’altra faccia della medaglia della vita consacrata, il suo valore pubblico:
“Ogni persona consacrata è un dono per il Popolo di Dio in cammino. C’è tanto bisogno di queste presenze, che rafforzano e rinnovano l’impegno della diffusione del Vangelo, dell’educazione cristiana, della carità verso i più bisognosi, della preghiera contemplativa; l’impegno della formazione umana e spirituale dei giovani, delle famiglie; l’impegno per la giustizia e la pace nella famiglia umana”.
E abbracciando idealmente tutte le religiose del mondo, aggiunge a braccio:
“Ma pensiamo un po’ cosa succederebbe se non ci fossero le suore, le suore negli ospedali, le suore nelle missioni, le suore nelle scuole? Ma pensate una Chiesa senza le suore … No, non si può pensare. Sono questo dono, questo lievito che porta proprio il popolo di Dio avanti. Sono grandi queste donne, che consacrano la propria vita e portano avanti il messaggio di Gesù!”.
Ed ha annunciato:
Per i consacrati di tutto il mondo sono mesi di una lunga vigilia, quella che sfocerà nel 2015 con l’inaugurazione dell’Anno della vita consacrata. “Occorre pregare perché tanti giovani rispondano ‘sì’ al Signore che li chiama a consacrarsi totalmente a Lui per un servizio disinteressato ai fratelli”.