11 febbraio 2013: nessuno di noi potrà dimenticare il momento in cui ha saputo della rinuncia di Benedetto XVI al Ministero petrino. Tutti, in quell’istante, siamo stati posti davanti all’essenziale, sfidati dalla libertà di un uomo totalmente definito dal suo “Sì” a Cristo, nella certezza «che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce» (Udienza generale del 27.02.13).
Anche noi ricordiamo con commozione quel giorno: il senso di smarrimento prima e … la speranza, fondata nell’atteggiamento sereno e fiducioso di questo Pastore a cui il Signore chiedeva di affidare il gregge ad altri, continuando la sua missione con la preghiera.
In una recente lettera al teologo cattolico Hans Küng, notoriamente critico, il Pontefice emerito scrive: “Io sono grato di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo Pontificato nella preghiera”.
Ancora una volta grazie, Benedetto XVI!