L’Istituto Francescano di Spiritualità della pontificia Università Antonianum ha promosso un convegno su “VOCAZIONE E CONNESSIONE”. Sr. Marta Camerotto e Sr. Lilibeth hanno partecipato a questo convegno programmato dal 22 al 24 di Settembre. Nel primo giorno, Sr. Pina Riccieri, FSP, ha fatto una relazione introduttiva sul tema “La comunicazione digitale: nuovo ambiente per la formazione alla vita consacrata”. Nel secondo giorno Prof. Mario Pollo, docente della LUMSA, ha parlato sul tema: Il Sacro e la ricerca di senso nell’era dei social network. Un approccio di Psicopedagogia culturale e il Prof. Tonino Cantelmi ha trattato il tema: Vita Consacrata in una società liquida: quale costruzione dell’identità umana e spirituale? Al pomeriggio c’è stato un workshop-condivisione sulla positività e la negatività della tecnologia digitale. Nel terzo giorno, il tema su: “Diagnosi e Terapia della dipendenza da internet” è stato elaborato dalla Prof.ssa Anna Rita Colasanti, seguito poi una tavola rotonda su lo stesso tema. Al pomeriggio il Prof. Bruno Secondin, carmelitano, ha fatto una relazione sul tema: Esperienza spirituale nell’era digitale: presupposti teologici e antropologici.
L’obbiettivo di questo convegno è stato quello di condurre i partecipanti, prevalentemente religiosi, ad approfondire le sfide antropologiche relative ai processi formativi e alla costruzione dell’identità dei consacrati e delle consacrate. Attraverso alcuni workshop e la tavola rotonda con i docenti citati sono state enucleate alcune strategie formative per un uso responsabile, apostolico e spirituale dei mezzi digitali.
Internet, sicuramente ha portato tanti vantaggi ma anche tante insidie. Il problema non è usare o non usare i social network, ma come e perché li usiamo. Bisogna sviluppare progressivamente una maturità critica e responsabile nella fruizione del mondo digitale. Una intensa spiritualità cristiana, l’esercizio costante del discernimento e la formazione della retta coscienza, giocano un ruolo fondamentale per non cadere nell’abuso e nella dipendenza da internet. La tecnologia non può sostituire l’amore! La prospettiva deve essere quella del dialogo, dell’incontro, della fecondazione e osmosi fra Vangelo e cultura. Non l’idolatria fanatica della novità digitale, non la esaltazione nostalgica della tradizione premoderna, ma un impegno serio e profetico di fedeltà creativa, per aprire nuovi cammini al Vangelo, fecondi, audaci e inculturati.