04/11/2024

Il 4 novembre ricordiamo ogni anno la prima  S. Messa celebrata dopo il regime comunista-ateista, nel cimitero di Scutari, unico luogo sacro sopravvissuto alla barbarie. Un sacerdote anziano incoraggiato da un gruppo di fedeli molto devoti, ha realizzato il sogno di migliaia di cattolici. Nessuno ha dato l’annuncio, ma i fedeli, forse richiamati dalla voce del cuore, si sono ritrovati nel camposanto vicino al muro dove i cattolici  sono stati fucilati a centinaia senza pietà.

Ogni anno viene celebrata una S. Messa dal nostro Vescovo con la partecipazione massiva della popolazione. Quest’anno, oltre alla celebrazione eucaristica, Giustizia e Pace ha realizzato un’altra iniziativa: un documentario dal titolo ” Una chiesa martire si confessa”, proiettato per la prima volta a Scutari nel migliore cinema della città. La sala era gremita tanto che molti non hanno potuto sedere, ma non hanno abbandonato il cinema. In prevalenza erano giovani, una grande sorpresa per noi, ma anche un’immensa gioia. I giovani che sanno guardare indietro, leggere il passato, rendersi conto che camminano sulle orme di grandi uomini, che la loro fede ha radici salde e profonde, sono una grande forza per la nostra chiesa e una sicura speranza. Naturalmente erano presenti anche i capi musulmani e il sacerdote ortodosso, perché il Regime non ha torturato solo i cattolici, anche se principalmente, ma tutte le religioni, perché per il dittatore l’unica religione degli Albanesi doveva essere “l’albanesità” il fatto di essere albanesi.

Una chiesa martire si confessa (600 x 320)

La proiezione è durata un’ora, preceduta dalle parole del regista, del Direttore di Giustiza e Pace e dal discorso illuminante di Mons. Massafra. Un silenzio impressionante ha accompagnato tutta la proiezione: immagini di sofferenze inaudite, di torture inumane  si intercalavano con le testimonianze di persone ancora viventi, persone che vediamo spesso nelle nostre chiese pregare con tanta devozione. Non possiamo nascondere le lacrime che abbiamo versato, lacrime di commozione ma anche di ringraziamento al Signore per la  libertà religiosa riconquistata, una libertà che a volte non viene apprezzata fino in fondo  e a volte indebolisce la fede.

Il documentario termina con la visita di Madre Teresa in Albania a Scutari nell’anno 1991, subito dopo la caduta del Comunismo. Una donna fragile, semplice e devota, attorniata da una immensa folla, che ha parlato solo pregando. La gente non aveva dimenticato le preghiere e faceva coro con lei ripetendo il Padre nostro e le principali preghiere insieme all’Atto di dolore.

I giovani del nostro gruppo giovanile hanno saputo commuoversi e valorizzare la grandezza della fede e hanno capito i loro martiri che in questo anno catechistico ci accompagneranno con il loro sacrificio e li pregheremo perché aumentino e rafforzino la fede in Albania.