Giovani per il Vangelo «Rinnovarsi tutti nella parola di Gesù»
è il tema della 16° Edizione delle Giornate Nazionali di Formazione e Spiritualità Missionaria in preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi per i giovani.
Noi Juniores con la nostra maestra Sr Josie Enaje con Sr Ermelina Callegari e Sr Elena Bilibio, abbiamo avuto la gioia e la grazia di parteciparvi.
Eravamo 230 rappresentanti del mondo missionario delle diverse diocesi italiane. Il Convegno è stato voluto e organizzato dall’Ufficio CEI (Conferenza Episcopali Italiani) per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese e si è svolto alla Domus Pacis di Assisi dal 26 al 29 Agosto 2018.
Il percorso è ritmato da quattro parole o passi che ci hanno accompagnato in questi quattro giorni: vocazione, futuro, profezia e nuovi esodi, quattro passi ma un unico filo rosso li tiene uniti: la Parola di Dio, che emerge sempre più come una realtà irrinunciabile, una Parola che, grazie al contributo dei vari relatori, in questi giorni è stata presentata con profondità, autorità e competenza ed è servita ad abbattere muri e a creare ponti: ponti tra giovani e adulti, tra laici e sacerdoti, tra uomini e donne, tra tutti e ciascuno. Questo crea futuro, testimonianza/profezia e quindi c’ invita ad uscire da noi stessi e ad andare verso gli altri.
La giornata iniziava con le Lodi e la Celebrazione Eucaristica, seguita dai racconti video del COMIGI (Convegno Missionario Giovani). La Parola di Dio è stata “spezzata” anche nella lectio, guidata da Luca Moscatelli, biblista, che ha sottolineato come l’esodo sia un’esperienza da vivere quotidianamente nell’incontro con il Signore: un esodo da se stessi, una dinamica da non tradire. Le giornate sono state anche arricchite dalle risonanze e dal confronto sollecitato dopo tutte le relazione che sono state presentate dai diversi esperti di pastorale giovanile.
Partecipando a questo convegno abbiamo avuto la possibilità di conoscere la realtà giovanile d’oggi. Questa esperienza vissuta insieme ci provoca l’interesse a conoscere veramente chi sono i giovani, ci sollecita ad ascoltare il loro grido che chiede spazio per essere ascoltati e ci sprona a comunicare loro la gioia dell’amore del Vangelo “perché abbiano la vita e abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Abbiamo esperimentato di lavorare con i giovani e gli adulti.
I relatori ci hanno presentato la realtà del mondo giovanile, il confronto dei giovani con gli adulti che ci apre alla conoscenza dei bisogni della loro situazione, i loro sogni, i desideri e anche i loro problemi.
Ci hanno fatto capire che la cura della vita si concretizza nella fraternità perché il nostro Dio è un Dio che cammina con noi e abita nella relazione. E questa è la buona notizia che deve sempre stupirci come ha detto Don Rossano Sala, Segretario del Sinodo, “…andiamo a scovare le possibilità di una uscita, a risvegliare la fraternità attraverso l’ascolto della Parola, meditandola e facendola esperienza di Chiesa multiforme, ricca di diversi carismi.
E’ importante che i giovani leggano in profondità l’esperienza di uscita della fraternità e interrogarci perché?” In tutto questo dobbiamo anche dare attenzione alle condizioni di una possibilità della tristezza, far attenzione alle frontiere invisibili ( linguaggio, risposte sempre pronte, il non farsi domande; il non ascoltare); le ferite vissute e non rielaborate; il narcisismo, che non è il vedere in maniera negativa l’autorealizzazione di sé, ma è il dimenticare il pronome “noi”, la gratuità e il dono, il giudizio reciproco, tirando conclusioni affrettate sulle alterità, attenzione a non ferirci tra di noi e attenzione al giudizio reciproco.
Questo convegno ci stimola alla gioia e ci chiama ad ascoltare il grido dei giovani, che negli spunti, che a conclusione del convegno le moderatrici delle singole giornate hanno voluto focalizzare, è stata data risonanza ad alcune sollecitazioni che devono accompagnare il rientro nei propri ambienti di vita ecclesiale e personale.
Per esempio: ascoltare il grido dei giovani, perché essi sono stanchi delle banalità: “Non c’è bisogno di tante parole: quello che conta – ci dicono – è la pienezza di vita”; l’idea di camminare insieme, cioè di costruire fraternità, perché «la fraternità è addirittura la profezia di oggi», è la sfida del prossimo futuro della Chiesa: camminare insieme è il riconoscerci a vicenda, il vedere i giovani come nostro specchio, l’essere disposti come adulti a mettersi in gioco.
Abbiamo accolto gli spunti per aprire porte, perché ognuno possa avviare processi nei propri ambienti ecclesiali ma soprattutto a livello personale
“Queste giornate – diceva Don Michele Autuoro, direttore di Missio,- «non devono rivelarsi un incontro di pastorale giovanile su come approcciare i giovani. Piuttosto, invece, si sono aperte prospettive e processi a cui dare seguito all’insegna di una fiducia e di una speranza proprie del mondo giovanile».
Certamente questo incontro ha stimolato profondamente il sentirsi sempre in uno stato permanente di conversione, che significa disponibilità a cambiare, possibilità a imparare; il nutrire gratitudine per sentirsi una minoranza qualificata, una comunità che resiste alla sfida del cambiare il risentimento e ilamenti nella bellezza della riconoscenza.
Noi, prima di tutto, cerchiamo di fare piccoli passi per “creare ponte” vivendo nella nostra comunità concretamente, la ricchezza che abbiamo ricevuto in questi giorni di incontro, con la consapevolezza che la formazione non termina con la conclusione del Convegno ma inizia nel quotidiano di ciascuna.
Riconosciamo e ringraziamo per l’la accoglienza calorosa della comunità di Santa Maria degli Angeli che ci ha dato un alloggio in questi giorni, ringraziamo anche la nostra superiora provinciale Sr. Cristiana Basso e tutte le sorelle del consiglio per quest’opportunità che ci hanno dato. Grazie di cuore!!
le suore juniores
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