Il popolo filippino celebra 500 anni di evangelizzazione. Le celebrazioni in presenza sono state rinviate alla Pasqua dell’Anno 2022 a causa della pandemia.
Il tema delle celebrazioni giubilari nel Paese asiatico è “Gifted to give”, che ricorda la frase evangelica “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Nella Messa in San Pietro per i 500 anni dell’evangelizzazione delle Filippine, il Santo Padre domenica 14 marzo ringrazia i cattolici del Paese asiatico, terzi per numero nel mondo, per la gioia con cui portano la loro fede in tutto il mondo nella quotidianità del loro lavoro: “Questa è una ‘beata malattia’, conservatela”.
Di famiglia e fede, intesa come dono, parla invece monsignor Romulo Geolina Valles, presidente della Conferenza Episcopale delle Filippine:
“Per noi è una gioia: questo è un anno speciale per noi. Una gioia che ci viene dal cuore, una gioia perché crediamo, grazie alla fede che ci è stata donata per la prima volta 500 anni fa: la fede è un regalo di Dio. E quindi siamo felici di questo Anno Giubilare speciale. Siamo felici perché la fede ha dato un significato alla vita: la fede, infatti, ci aiuta a navigare lungo il viaggio della vita. Inoltre, vorrei aggiungere, non è solo una fede vissuta nel proprio io; è una fede vissuta nelle famiglie. E questo è così bello… Nel custodire la nostra fede, ci vengono in aiuto non soltanto i singoli individui, ma le famiglie. Vorrei dirlo con le parole che userebbe Papa Francesco: siamo noi i testimoni della fede in Gesù, e lo siamo quando mostriamo la gioia di credere. Credere e affidare la nostra vita a Gesù ci dà gioia. La vita è difficile, specialmente in un Paese come il nostro, ma la fede ci aiuta ad essere forti, fiduciosi nonostante tutte le tempeste della vita. Grazie alla fede abbiamo più fiducia: sappiamo che il Signore è con noi. Ecco perché celebriamo questo Anno speciale pieni di gioia, la gioia di essere nel Signore, la gioia di credere nel Signore.”
Un ringraziamento per il dono della fede
I nove anni di preparazione al Giubileo, sono iniziati nel 2013 e destinati a terminare nel 2021, quando le Filippine celebreranno i 500 anni di evangelizzazione. Perché fu nel 1521 che, nell’isola di Cebu, furono battezzati Raja Humabon, Hara Humumay e 800 filippini, segnando così l’inizio di una grande storia di evangelizzazione., Magellano convertì il rajah dell’isola dando inizio alla cristianità nelle Filippine» «La religiosità filippina ha dato origine a devozioni che sono fortemente sentite dal popolo. Fra tutte, la devozione al Santo Niño, originata da una statua di Gesù bambino donata da Magellano al signore locale che si era convertito e che è conservata nell’omonima basilica a Cebù».
«Era il 1521 quando Magellano, nella sua spedizione di circumnavigazione del globo, arrivava nelle Filippine, in particolare nell’isola di Cebu. Secondo il racconto di Pigafetta, Magellano convertì il rajah dell’isola dando inizio alla cristianità nelle Filippine»
«La religiosità filippina ha dato origine a devozioni che sono fortemente sentite dal popolo. Fra tutte, la devozione al Santo Niño, originata da una statua di Gesù bambino donata da Magellano al signore locale che si era convertito e che è conservata nell’omonima basilica a Cebù».
Sembra proprio che, nella celebrazione del suo cinquecentenario, siano le Filippine chiamate ad evangelizzare il mondo. Nell’anno 2013 il Cardinale Luis Antonio Tagle ha dato inizio alla preparazione dei nove anni da arcivescovo di Manila e lo celebra oggi, insieme al Papa, come Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli.
Lanciando i nove anni di preparazione, i vescovi delle Filippine si sono chiesti nel 2012 “di fronte al secolarismo che è diventato lui stesso una sorta di religione dominante in alcune parti del nostro mondo, di fronte alla realtà di miliardi che vivono oggi senza aver incontrato Cristo né sentito il Vangelo, quanto siamo portati ad entrare nel compito della nuova evangelizzazione?”
Ogni anno di preparazione ha avuto un tema specifico: nel 2013 era “Formazione Integrale alla Fede”, nel 2014 “Laicità”, nel 2015 “I Poveri”, nel 2016 “Eucarestia e famiglia”, nel 2017 “La parrocchia come una comunione di comunità”, nel 2018 “Il clero e religiosi” e nel 2019 “I giovani”, nel 2020 l’Ecumenismo e dialogo interreligioso,nel 2021 “Missio ad gentes”.
Grazie al popolo filippino, testimone della gioia del Vangelo
La Santa Messa celebrata dal Papa il 14 marzo in San Pietro è stata una festa di fede e di gioia, concelebrata dal Cardinal Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e dal Cardinal Angelo De Donatis, Vicario per la Diocesi di Roma, dove vivono ben 50 Comunità di Filippini. Nella sua omelia il Santo Padre ha detto: Cari fratelli e sorelle, avete ricevuto la gioia del Vangelo: che Dio ci ha amato a tal punto da dare il suo Figlio per noi. E questa gioia si vede nel vostro popolo, si vede nei vostri occhi, nei vostri volti, nei vostri canti e nelle vostre preghiere”. Inoltre, ha voluto dire “grazie” ai filippini e filippine per “la gioia che portate nella vostra fede”, tanto da definirli “contrabbandieri della fede”, da diffonderla ovunque, come una “malattia buona”.
“Voglio dirvi grazie – ha continuato – per la gioia che portate nel mondo intero e nelle comunità cristiane. Penso a tante esperienze belle nelle famiglie romane – ma è così in tutto il mondo –, dove la vostra presenza discreta e laboriosa ha saputo farsi anche testimonianza di fede. Con lo stile di Maria e di Giuseppe: Dio ama portare la gioia della fede con il servizio umile e nascosto, coraggioso e perseverante.
E in questa ricorrenza così importante per il santo popolo di Dio nelle Filippine, voglio anche esortarvi a non smettere l’opera di evangelizzazione – che non è proselitismo. Quell’annuncio cristiano che avete ricevuto è sempre da portare agli altri; il vangelo della vicinanza di Dio chiede di esprimersi nell’amore verso i fratelli; il desiderio di Dio che nessuno vada perduto domanda alla Chiesa di prendersi cura di chi è ferito e vive ai margini. Se Dio ama così tanto da donarci se stesso, anche la Chiesa ha questa missione: non è inviata a giudicare, ma ad accogliere; non a imporre ma a seminare; non a condannare ma a portare Cristo che è la salvezza”.
“Con la vostra gioia – ha concluso – potrete fare in modo che si dica anche della Chiesa: “ha tanto amato il mondo!”. È bella e attraente una Chiesa che ama il mondo senza giudicarlo e che per il mondo dona sé stessa. Che sia così, nelle Filippine e in ogni parte della terra”.
Prima della conclusione, il card. Tagle, in rappresentanza di tutti i migranti filippini, ha ringraziato il pontefice per la partecipazione alla celebrazione: “Le portiamo qui l’amore filiale dei filippini delle 7641 isole del nostro paese. Ci sono più di dieci milioni di migranti filippini che vivono in quasi cento Paesi nel mondo. Sono uniti a noi questa mattina”.
Dopo aver tracciato in breve la storia dell’evangelizzazione nel suo Paese, che ha portato la Chiesa filippina ad essere la terza Chiesa al mondo per numero di fedeli, il card. Tagle ha aggiunto: “Per il misterioso disegno di Dio, il dono della fede che ci è stato dato viene ora condiviso da milioni di migranti filippini cristiani in diverse parti del mondo. Abbiamo lasciato le nostre famiglie, non per abbandonarle, ma per prenderci cura di loro e del loro futuro. Per amore loro, sopportiamo il dolore della separazione. Quando arrivano i momenti di solitudine, noi migranti filippini troviamo la forza in Gesù che viaggia con noi, Gesù che si è fatto un bambino (Santo Nino) e si è fatto conoscere come il Nazareno (Gesù Nazareno), che ha portato la Croce per noi”. A un certo punto, parlando della solitudine vissuta nella fede da tanti migranti, il card. Tagle si è commosso.
“Preghiamo – ha concluso – affinché attraverso i nostri migranti filippini, il nome di Gesù, la bellezza della Chiesa e la giustizia, la misericordia e la gioia di Dio, possano raggiungere i confini della terra. Qui a Roma, quando ci mancano i nostri nonni, sappiamo di avere un Lolo Kiko. Molte grazie, Santo Padre. Salamat. Mabuhay”.
500 anni e non sentirli !
La forza della fede resta viva dopo
cinque secoli di
evangelizzazione.
Le Filippine, unico Paese asiatico a
maggioranza cattolica, celebra la sua
fedeltà al Vangelo.