04.07.2011
Nonostante le pessime previsioni meteorologiche, il mattino di venerdì 1° luglio 2011, solennità del S. Cuore, è spuntato ‘bello e sereno’, per dirla come P. Gregorio nelle Memorie del lontano 21 aprile 1861!
Le macchine sfrecciano sull’asfalto e la nostra emozione va ancora più veloce. Alle 9.45 approdiamo a Gemona (UD). Il convento S. Maria degli Angeli pullula di suore venute da ogni contrada del Veneto-Friuli e da varie parti del mondo. Ci immergiamo in un mare di saluti, di ricordi, di abbracci, di presentazioni, di …: “Da dove vieni? Come ti chiami? Dove sei ora? Come sei cambiata! Non sei cambiata per niente! E lei chi è?…” La famiglia è davvero grande! La sensazione si conferma quando la fila comincia a snodarsi dal cancello verso il Duomo.
Il lunghissimo corteo, preceduto dallo stendardo della Congregazione, arriva tra due ali di gente alla piazza del Comune, dove si uniscono il Sindaco con la giunta municipale e i carabinieri con il gonfalone.
Noi di Centocelle siamo una buona rappresentanza: 35 tra formande, juniores, suore, professori, educatori ACR. Per la composizione varia del gruppo, apriamo e chiudiamo il corteo. In mezzo, tantissime suore, anche di altre congregazioni, poi il capitolo generale appena convocato, le superiore maggiori.
Ci immettiamo nella stretta via Bini, e già appare davanti a noi la maestosa facciata gotica del duomo. Il pensiero va inevitabilmente alle prime 53 novizie che ne hanno varcato il portale il giorno dell’inaugurazione canonica dell’Istituto: è per merito loro che, oggi, noi siamo qui!
Oltrepassata la soglia, scroscia l’affettuoso applauso delle persone che riempiono buona metà della chiesa e a tutte noi prende un nodo alla gola: è davvero un’emozione grandissima, sorridiamo e ci asciughiamo le lacrime … è come raccogliere le gioie e le sofferenze di 150 anni di vita e dire al Signore che ci siamo e vogliamo restare … nel suo amore, per la salvezza di tanti. L’applauso continua interminabile mentre prendiamo posto … Ecco, sono arrivate anche le sorelle capitolari, le superiore provinciali con la madre generale, sr. Emmapia Bottamedi ed il Consiglio.
Mentre il coro intona il canto: Ti rendo grazie, fanno il loro ingresso i celebranti: più di quaranta sacerdoti, i diaconi, Mons. Alfredo Battisti e Mons. Pietro Brollo, vescovi emeriti, Mons. Andrea Bruno Mazzoccato, arcivescovo di Udine. Il Duomo contiene a fatica i convenuti per la solenne celebrazione!
Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il suo nome! La Parola che ascoltiamo è conferma della fedeltà di Dio lungo la storia e incoraggiamento a procedere. Tutto è nato dal Cuore trafitto di Cristo, da qui procede l’ispirazione fondante e la forza del carisma. “Oggi contempliamo l’opera di Dio e l’opera di tante donne consacrate …Rinnovare il carisma significa ripartire dalla sorgente, da cuori verginali che anche in questo nostro tempo sanno vivere la piccolezza evangelica, per la quale Gesù rende lode al Padre”; “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ,,,” lontani da lui diventiamo stanchi ed oppressi, continua l’Arcivescovo: “Stiamo vicini al Cuore di Gesù. Ci penserà lui a condurci per le sue strade che saranno sempre vie verso l’amore e verso la missione!” Nel pane, Corpo del Signore e nel vino, suo Sangue: la vita di tante sorelle che ci hanno preceduto, la vita di noi qui presenti e di coloro che ci seguiranno, la vita di chi ci è passato accanto e di coloro che incontreremo. Tutti, con l’universo intero, nell’unico calice di benedizione.
Al termine della S. Messa, ci raggiunge, graditissima, la Benedizione del S. Padre inviata da Sua Eminenza il Cardinal Tarcisio Bertone; il Parroco di Gemona ci fa dono di una riproduzione del Crocifisso della facciata del duomo. Il sindaco, dopo aver espresso un ringraziamento davvero sentito, anche da parte della popolazione, ossequia sr. Emmapia con il dono del tradizionale tallero, il cui significato va ricondotto alla collaborazione e al servizio per il bene comune.
Al convento, nel momento del pranzo, la gioia degli incontri si esprime nei toni più coloriti! Tutto è preparato con somma cura. Ci sentiamo a casa: una grande famiglia congregazionale allargata dalla presenza di tanti laici.
Alle 18.00, i Vespri solenni della festa del S. Cuore ci raccolgono nel santuario di Sant’Antonio. P. Luigi ofm, guardiano e custode di questo luogo che ricorda il passaggio del Santo, ha presieduto questo momento liturgico, sottolineando nella sua fraterna esortazione la necessità di mantenerci aperti ai suggerimenti dello Spirito, perenne fonte di novità, per essere spiritualmente pronte a rischiare nuove frontiere apostoliche, attente ai bisogni della Chiesa e della società.
Abbiamo apprezzato la fraternità con cui i nostri fratelli francescani hanno seguito e preso parte al nostro evento di festa e si sono sentiti coinvolti in una storia che, attraverso P. Gregorio, è stata anche loro.
Al ritorno al convento ci sorprende la pioggia e, durante la cena un vero e proprio acquazzone che realizza, per fortuna in ritardo, la situazione prevista al mattino: “laudato si’ mi Signore per sora pioggia e frate vento…”.
La festa continua ed è un arcobaleno di colori nella ricreazione serale! Le giovani suore propongono una serie di danze culturali facendoci volare dall’India, all’America Latina, alle Filippine, all’est Europa, all’Africa, in un girotondo di ringraziamento.
Il gruppo di formazione della Provincia romana, con le suore più giovani propone alcune danze: la canzone ‘Semplicità’ di Forza Venite Gente, l’allegro ritmo albanese ‘mano nella mano’ espressione di fraternità e la filippina ‘storia del riso’, sottolineata da queste parole:
Il seme sparso germoglia quotidiana provvidenza,
nella risaia lontana, sotto il sole.
Riflesso nell’acqua il contadino fatica,
lo sguardo rivolto al domani…
Sfoltisce, trapianta, aspetta paziente … ed ecco: la pianta è feconda di spighe.
Affastellato, si batte il raccolto:
nel lusong, il bayò suona cibo e speranza.
Il vento setaccia la pula… e noi danziamo grata eucaristia al Padre della vita.
Tra i colpi del bayò e la carezza del vento, da 150 anni anche noi … siamo spighe che il Sole feconda, per chi ha fame di Vita.
C’è chi semina e chi raccoglie, ma Dio fa crescere!
A caldo … le impressioni delle più giovani:
Senza dubbio il momento più emozionante è stata la processione verso il duomo: le campane che suonavano a festa, la gente lungo la strada che ci guardava con stupore e approvazione; le persone che ci attendevano fuori e dentro al duomo sembravano essere lì per partecipare più da vicino alla nostra gioia e commozione; infine il Parroco che ci ha accolte all’entrata ed ha esclamato un entusiasta: “Benvenute!” E’ stato difficile trattenere le lacrime di commozione una volta entrate, accolte da quell’applauso interminabile… come una lunga schiera di spose che vanno incontro allo Sposo. Il mio pensiero è andato subito a 150 fa: chissà cosa provavano quelle 53 novizie e Madre Giuseppa di Gesù e P. Gregorio! Quanto è stato bello ed importante per noi vivere tutto questo oggi!
Durante la processione verso il duomo di Gemona ho come avvertito di essere sostenuta ed accompagnata dalle prime sorelle. Mi sono sentita e mi sento orgogliosa di appartenere a questa famiglia che amo…in comunione con tutte le sorelle passate e presenti ho innalzato a Dio un inno di lode e di ringraziamento e ho chiesto al Signore di aiutarmi a non spegnere questa fiamma che Lui ha acceso e di renderla sempre più viva, rinnovandola e fortificandola nello Spirito.
Quando la gente applaudiva mi è venuto un brivido e mi sono salite agli occhi lacrime di emozione: ricordo del passato e gioia del presente! Mi sono sentita veramente fortunata di essere Francescana Missionaria del sacro Cuore e di essere presente per godere questo grande momento della nostra storia.
Mi è piaciuta la testimonianza del sindaco quando ha detto: “Voi mi avete insegnato il rispetto degli altri!”
Mi sono sentita nella Chiesa, una Chiesa che ci ha accolto e ci sostiene.
Non è stata solo emozione, ma grande gioia e gratitudine per essere partecipe di un avvenimento che solo Dio ha disegnato, guidandomi ad essere fmsc. C’era un po’ di orgoglio dentro di me… come se stessi dicendo a tutti ad alta voce: “Io faccio parte della grande storia di questa famiglia!”.
Penso che non solo la gente batteva le mani, ma anche le nostre sorelle in cielo! Ero davvero molto emozionata …dopo 150 siamo ancora la stessa famiglia … in cammino, nella Chiesa che, fin dall’inizio, ci ha accolto. Dentro di me ho concluso che siamo davvero il patrimonio silenzioso e prezioso della Chiesa, sostenute dalla Provvidenza di Dio, attraverso lo Spirito Santo.
Immaginavo ciò che le prime sorelle hanno vissuto nella speranza di dare vita ad una grande famiglia … sogno divenuto vero, nella realtà di tante sorelle riunite insieme. Al “Benvenute!” del Parroco il mio cuore scoppiava di gioia. Provo orgoglio per tutto ciò che le suore in tutti questi anni hanno donato alla Chiesa…
Eravamo tutte insieme: giovani e anziane camminavamo insieme! Mi ha colpito la solennità della celebrazione eucaristica e i doni offerti: il ‘tallero’ per il servizio; i tanti fiori segno di diversità e unità; il crocifisso, fondamento del nostro carisma.
Che cosa vi è rimasto in cuore da questo evento?
L’unità. L’unità tra passato e presente e unità tra le tante parti del mondo. Eravamo in tante, di tanti paesi e di tutte le età, ma tutte abbiamo provato le stesse emozioni, tutte gli stessi sentimenti di amore per la nostra storia e tutte la stessa speranza che questa storia continui.
La gioia e la gratitudine al Signore di appartenere a questa grande famiglia e la gioia di stare insieme in semplicità per essere sempre di più vere fmsc…senza distinzioni di cultura, razza e province.
La gioia dell’internazionalità e la bellezza della condivisione fraterna, in questo giorno di festa del S. Cuore.
Gratitudine ai Fondatori e alle prime sorelle, suore semplici e umili, ma innamorate di Dio.
Gratitudine a sr. Ermenegilda e alle sorelle del Consiglio che mi hanno dato l’opportunità di gustare questa gioia nel cuore e di vedere questo evento con i miei stessi occhi… Grazie!
Il senso di appartenenza e l’accoglienza tra sorelle. Non ci conoscevamo, ma c’era un legame evidente. Mi sto dicendo: “Cosa vorrà il Signore da me, dopo questa grazia?” Mi porto dentro la sfida di affrontare con coraggio la vita…
Gratitudine per essere stata presente. Gratitudine allo Spirito Santo che ha aiutato le nostre prime sorelle a concretizzare l’amore di Cristo crocefisso. Adesso sento la ricchezza e la responsabilità della storia che abbiamo vissuto. Ora tocca a noi…
La gioia e il sorriso delle sorelle, i loro sguardi … solo con il cuore si può sentire. Sembrava che le suore anziane incontrandoci ci dessero la conferma: “E’ così. Al Padre nostro è piaciuto darci il Regno”.
testimonianza dei nostri collaboratori
5 Settembre 2010 – 30 giugno 2011
Che direste di andare a Gemona per il 150° della Congregazione?
Questo invito ci fece ancor più partecipi della grande famiglia alla quale apparteniamo ormai da anni come ex alunni e insegnanti della scuola elementare Maria Immacolata di Roma.
Dal momento in cui abbiamo accettato l’invito, abbiamo iniziato a immaginare “La grande festa”, ma la realtà ha poi superato la fantasia.
Roma- Gemona: 684 Km da casa, ma un’altra “casa” ci aspettava: accoglienza affettuosa, disponibilità piena, sembrava ci aspettassero da…150 anni!
1° Luglio 2011 h 11.00
Siamo tutti sul sagrato del Duomo in attesa della processione delle nostre Suore: dopo uno stendardo una fila lunghissima si snodava per le piccole stradine di Gemona.
Visi noti e meno noti, ma tutti comunque familiari.
Una chiesa gremita di suore, parenti, amici e grandi autorità che hanno manifestato la loro riconoscenza alla Congregazione per la missione svolta in tutti questi anni, partendo proprio dalla città di Gemona e per spingersi poi nelle varie parti del mondo.
Atmosfera solenne, ma festosa, emozionante e piena di gratitudine a Dio, l’Amore che ha mosso e messo in movimento questa realtà.
Ed ora ci sentiamo anche noi parte di questa realtà e forse tra 150 anno qualcuno dirà: c’erano anche loro!
Ma noi oggi diciamo: grazie per aver potuto essere tra i protagonisti di questa lunghissima storia che segue da 150 anni i passi della Provvidenza.
Siamo tutti sul sagrato del Duomo in attesa della processione delle nostre Suore: dopo uno stendardo una fila lunghissima si snodava per le piccole stradine di Gemona.
Visi noti e meno noti, ma tutti comunque familiari.
Una chiesa gremita di suore, parenti, amici e grandi autorità che hanno manifestato la loro riconoscenza alla Congregazione per la missione svolta in tutti questi anni, partendo proprio dalla città di Gemona e per spingersi poi nelle varie parti del mondo.
Atmosfera solenne, ma festosa, emozionante e piena di gratitudine a Dio, l’Amore che ha mosso e messo in movimento questa realtà.
Ed ora ci sentiamo anche noi parte di questa realtà e forse tra 150 anno qualcuno dirà: c’erano anche loro!
Ma noi oggi diciamo: grazie per aver potuto essere tra i protagonisti di questa lunghissima storia che segue da 150 anni i passi della Provvidenza.