“… ma certo! venite. Sarà una gioia per noi!” Dall’altra parte del telefono la voce è così fraterna ed invitante da farci decidere subito. Festeggeremo a Cetona gli anniversari giubilari 2011! L’appuntamento è per il 21 maggio alle 7.30 del mattino, in casa provinciale.
La giornata è splendida e quello che ci aspetta è tutto una sorpresa. Oltrepassiamo Orte, Orvieto, prendiamo per Chiusi-Chianciano: Cetona è ben segnalata ed eccoci sulla ripida salita del Convento S. Francesco. Gli svelti cipressi del panorama toscano disegnano elegantemente il cielo e le differenti tonalità esaltano il verde delle macchie.
P. Eligio, cum baculo senectutis, si fa incontro sorridente, con aria di famiglia. Dopo gli informali saluti, con il suo naturale entusiasmo, racconta la storia di questo convento, recuperato dalle ferite del tempo. Lo costruì da S. Francesco nel 1212, di ritorno da Roma con i suoi primi compagni, ospitò il beato Egidio e tanti santi frati del fedelissimo ramo degli spirituali. Ammiriamo il restauro fatto ad arte e le pietre rinzaffate alla perfezione con terra di Siena, le aiuole curate e i fiori che offrono allo sguardo una visione di rara bellezza … P. Eligio conosce ogni pietra e mentre descrive le mura antiche e ne ricorda la storia, parla dei suoi ragazzi, delle comunità di Mondo X sparse in Italia e all’estero, della sua infanzia da fratino, della sua famiglia, delle sue fatiche e della sua fede. C’è con lui Battista: la voce invitante dell’approccio telefonico. Una giovane clarissa di Città della Pieve che ha avuto il permesso di vivere questa singolare esperienza. E’ come l’anima segreta del Convento di Cetona, silenziosa, attenta, capace di umile ascolto e di servizio. Altre ne sono passate, racconta P. Eligio, preso dalla bellezza di queste anime che hanno intrecciato amorosamente il filo delicato della loro vita con fili ruvidi e grezzi, restituendo ad ogni asprezza la bellezza dell’amore: Maria Grazia … Mariolina!
Ci sentiamo avvolte in un’esperienza che restituisce verità e senso alle parole e alle cose, non c’è niente di troppo, tutto è al posto giusto … e interroga anche la nostra scelta. Arriviamo alla cappella del Crocifisso. Rimaniamo un istante in silenzio. Un grande tronco rovesciato sostiene il mistero d’amore e di dolore di un Uomo che è Dio. E’ immagine ed è storia di dolore e di peccato, di tutto il peccato del mondo.
Continuiamo incuriosite la nostra visita: la veranda, il forno, la cucina, la camera, il refettorio dei ragazzi, i cortiletti ridenti di fiori e di piante. Ambienti puliti, eleganti, curati nell’ordine; suppellettili di squisito artigianato. Sul pendio, il bosco, con la sua rete di sentieri silenziosi e invitanti. Qua e là, qualche ragazzo intento al lavoro: sono trentacinque in tutto. I loro ritmi sono scanditi da orari e regole precise: l’ordine esterno offre una terapia adeguata al disagio sofferto. Alle 11.30 ci avviamo verso la chiesa. Sono predisposte per noi delle sedie sul presbiterio. Ammiriamo la stupenda maiolica di L. Della Robbia. Tutto è essenziale e sobriamente elegante. Con la stola rossa sul saio, P. Eligio si avvicina all’altare. Ad un suo cenno i ragazzi entrano cantando e prendono posto nella navata. Ha inizio la S. Messa: l’amore del Signore ci unisce tutti in un unico, grande abbraccio di Misericordia. Un senso di casa stempera la rigidità dei riti, riconducendoli alla ferialità domestica della Mensa, dove il Pane è spezzato per la fame di tutti e a tutti è dato. La fraternità nasce dall’Acqua e dal Sangue che ci purifica nell’anima e nel corpo e ci rende figli, da sempre amati. Ci riconosciamo nello scambio commosso degli abbracci.
Walter, da vero chef, ha preparato un pranzo impensato per le nostre mense conventuali. La sala, ricavata dalle antiche carceri del convento, è, a dir poco, di lusso. Non siamo abituate a questi coperti eleganti e al servizio attento dei camerieri! I prodotti vengono dalle fattorie e sono frutto del lavoro della comunità. Gustiamo gli affettati, il vino della cantina, i primi, le carni, perfino il dolce! P. Eligio vuole farci assaggiare di tutto con squisita cortesia! Non sapremo come ringraziare tanta imprevista gratuità!
… e tuttavia non basta, perché sul tavolino dell’ingresso, alla partenza, troviamo il dono suo e dei ragazzi: un libro (Le vacche di fra’ Eligio) con un segnalibro di ulivo finemente disegnato, un sacchetto di lavanda, due dépliantes-ricordo di Mariolina e Maria Grazia.
P. Eligio e Battista ci accompagnano ai pulmini. Mentre ci allontaniamo da tanta bellezza, ci lasciamo alle spalle la loro immagine sorridente e la mano che continua ad accennare un saluto.
Di tutto: GRAZIE!
… a Roma – Casa ProvincialeDomenica 22 maggio, l’intera fraternità provinciale ha reso grazie al Signore per le quindici sorelle che quest’anno celebrano i 75, 70, 60, 50, 25 anni di consacrazione religiosa. Nessun dettaglio è stato lasciato al caso perché la festa fosse completa: dalla preparazione della liturgia, ai fiori dell’altare, agli addobbi del refettorio. La superiora provinciale ha desiderato convocare le festeggiate nella sala di capitolo per il suo augurio personale, ha offerto un semplice dono, espressione della comune gratitudine ed ha letto i fax pervenuti, primo fra tutti quello della Superiora generale e Consiglio con la comunità della casa generalizia.
La S. Messa delle ore dodici, solennemente celebrata da Don Antonio Ortenzio S.F., ha raccolto l’offerta rinnovata di tanti anni di consacrazione, che le nostre sorelle hanno espresso coralmente dopo la lettura del Vangelo.
A loro, che si sono prodigate con dedizione e sacrificio nei diversi campi di missione, abbiamo cercato di esprimere nel modo migliore il nostro affetto! Anche il pranzo, preparato con la cura delle grandi occasioni, ha voluto esserne segno, assieme ai canti augurali.
La fantasia dell’organizzazione ci ha sorpreso ancora una volta, nel pomeriggio, con la divertente rappresentazione mimata di alcuni fioretti di fra’ Ginepro, brillantemente eseguita dalle suore più giovani, a cui si sono associati gli “spacciatori si sogni” con il professor Mauro Gemelli, offrendo intervalli di canto ben eseguiti, con un ottimo accompagnamento strumentale.
Ogni evento vissuto nella fraternità che lo Spirito ci dona, è motivo per crescere nell’amore e rinnovare un ‘sì’ generoso e fedele.