23.05.2011
A Tirana (Albania) si è svolta l’assemblea dei Superiori Maggiori. Al posto di sr. Ermenegilda, impossibilitata per un infortunio al piede, hanno partecipato sr. Rosaria e sr. Daniela, includendo in questa visita anche le iniziative programmate per l’anno giubilare.
L’incontro assembleare, svoltosi il 13 e il 14 maggio, è stato molto arricchente. Erano presenti i vescovi delle sei diocesi albanesi e Sua ecc.za il Nunzio apostolico, mons. Ramiro Moliner.
Dopo i saluti iniziali del presidente della Conferenza episcopale, Mons. Rrok Mirdita, ha preso la parola il presidente del CASM, P. Giovanni Peragine, fornendo una panoramica sulla realtà socio-ecclesiale del popolo albanese e sul cammino di questo ultimo ventennio.
“ La sfida di questo tempo –ha detto– è il confronto con l’occidente con tutto ciò che esso comporta, una sfida che può essere costruttiva solo se si agisce sulla formazione della coscienza umana basata sui valori fondamentali dell’uomo e ispirata ai principi cristiani, per tanti anni proibiti da una cultura dichiaratamente atea … L’azione dei missionari è risultata determinante per la rinascita della Chiesa e rimane ancor oggi significativa … una Chiesa viva, ma ancora tanto giovane e incapace di camminare da sola” …
“L’Albania sta cercando con fatica di mettersi al passo con i paesi occidentali. Se su tanti aspetti, non sempre positivi, questo traguardo è stato abbondantemente raggiunto, tante sono ancora le emergenze e precarietà … è un paese giovane e in crescita e quindi aperto a nuove prospettive”.
P. Peragine ha auspicato una maggior comunione ecclesiale e una miglior collaborazione tra gli istituti sia nel campo della formazione che in quello della carità, un adeguato coordinamento degli sforzi ai fini dell’efficacia apostolica.
Mons. George Frendo, vescovo ausiliare di Tirana-Durazzo ha presentato successivamente il tema: La vita religiosa, profezia per la Chiesa in Albania. “Nata da una fede forte nella missione della Chiesa e da un amore profondo verso la stessa Chiesa … la Vita Religiosa, mentre viene evangelizzata, deve anch’essa evangelizzare la Chiesa”.
“In Albania molte persone di antica fede cristiana o musulmana, a vent’anni dalla caduta del comunismo, stanno abbracciando sette protestanti … perché? Perché lì trovano una nuova forma per gustare la Parola di Dio e … la gioia della comunità”.
“La comunità religiosa proclama che è possibile una comunità umana dove diverse culture, mentalità, età, i doni di ciascun individuo vengono riconosciuti, apprezzati e messi al servizio di tutti.”
Il relatore continuava dicendo: “La prima cosa che gli albanesi imparano appena vengono a contatto con i paesi occidentali è il consumismo”… Nessuno dei nostri poveri pretende che noi assumiamo lo stile di vita che vivono loro, ma in un paese come questo, dove ancora c’è tanta povertà, l’opzione per i poveri deve essere più concreta e più visibile …”
“ la società consumista ha fatto dell’uomo una ‘macchina che consuma’, ma per diventare tale macchina bisogna che prima diventi una macchina che produce. Nella società pragmatista odierna ha valore solo colui che produce. Più produci più hai valore … Tale mentalità ha creato gravi tentazioni per la nostra vita… la parola missione non deve essere identificata con lavoro, produzione, efficienza…”
Continuando, Mons. Frendo faceva riferimento alla condizione della donna non ancora toccata dalla grazia liberatrice di Cristo e sollecitava le suore a farsi carico del processo di liberazione a cui la donna albanese ha diritto. Invitava inoltre ad accogliere la sfida di promuovere una pastorale d’insieme a favore della famiglia, dei poveri, dell’educazione …
Dobbiamo essere profeti con il coraggio di dire ‘sì’ o ‘no’ quando dobbiamo dire ‘sì’ o ‘no’ e col coraggio di lasciarci trasformare dalla Parola.
I lavori di gruppo seguiti hanno dato ai partecipanti la possibilità di delineare concrete linee operative nell’ambito della diakonìa, della formazione e della pastorale, mettendo a fuoco problemi e risorse.
La visita al museo nazionale di Tirana ha evidenziato le radici culturali e religiose e i processi storici che hanno inciso nella formazione della personalità e cultura del popolo albanese. Don Gjerji Meta, nella successiva relazione, ha fatto riferimento ai due periodi che hanno influenzato enormemente la vita religiosa, facendo tabula rasa della cultura cristiana precedente: l’occupazione ottomana (500 anni) e il regime comunista. Egli ha sollecitato a dare priorità all’evangelizzazione entrando nel vissuto della gente. “Le condizioni attuali e i segnali che ci vengono dalla storia e dall’attualità ecclesiale – ha detto – ci confermano la necessità di ripartire da Cristo”.