Tutto ci ha colto di sorpresa, anche questa volta.
Dopo la generosa fumata che dal comignolo della Cappella Sistina si è diffusa sui tetti e verso il cielo, l’attesa gioiosa si è trasformata in stupore:
“Dal sud-America! Un Papa italo-argentino! Gesuita! Papa Francesco!”
Lo Spirito Santo smentisce elegantemente, come sempre, i nostri pronostici, dando forma all’inedito che apre orizzonti di novità alla Chiesa.
Le notizie di cronaca sono su tutti i giornali, ma ciò che ha colpito è stato il gesto semplice, accolto in assoluto silenzio, di un Papa che china la testa per ricevere da Dio la benedizione invocata su di lui dai fedeli: “… vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica”.
In qualche ora sappiamo abbastanza di lui, ma già il nome, “Francesco”, dice un programma di semplicità, di sobrietà, di condivisione con i poveri, che ci dà la statura di questo figlio di emigrati italiani, salito al soglio pontificio. Francesco d’Assisi fu l’ispiratore di Ignazio di Loyola e il nuovo Papa, sulle sue orme, saprà guidare la Chiesa verso nuovi traguardi, con mitezza, forza e saggezza.
La novità dello Spirito non è rottura con il passato, ma innesto armonico che pone la Chiesa sul solco delle scelte di Benedetto XVI, di Giovanni Paolo II e dei loro predecessori, imprimendo alle stesse la direzione giusta per l’oggi, per la crescita del Popolo di Dio verso la santità e l’amore.
Mentre lo accogliamo con affetto e devozione filiale, preghiamo per il nostro nuovo Pastore.