“Voi, consacrati e consacrate, siete l’alba perenne della chiesa!”
Il 2 febbraio, festa della presentazione del Signore al tempio, detta anche “Festa dell’incontro” in ogni Diocesi i Vescovi hanno radunato religiosi e religiose per cantare insieme l’inno di lode al Signore per il dono della vita consacrata. Anche noi che abbiamo la grazia di vivere a Roma, abbiamo partecipato alla celebrazione in S. Pietro, presieduta dal nostro Vescovo e Papa Francesco. Eravamo un bel gruppo di FMSC e rappresentavamo davvero la Congregazione, grazie alle sorelle di diverse culture presenti in Casa generalizia e nella casa Provinciale. Ci siamo messe in fila per sottoporci ai doverosi controlli e, incontrandoci, abbiamo scambiato abbracci, saluti e notizie. Alle 17,30 è iniziata la celebrazione con la processione e l’accensione dei ceri che ciascuna teneva fra le mani, segno di quella luce, Gesù, che ciascuna di noi custodisce nel proprio cuore con la missione di accenderla sul proprio cammino.
L’omelia del S. Padre si è incentrata sull’incontro tra Dio bambino che porta novità e l’umanità in attesa, rappresentata dagli anziani del tempio, ma anche un altro incontro, quello tra due coppie :”da una parte i giovani Maria e Giuseppe, dall’altra gli anziani Simeone e Anna. Gli anziani ricevono dai giovani, i giovani attingono dagli anziani. Maria e Giuseppe trovano infatti nel tempio le radici del popolo, ed è importante, perché la promessa di Dio non si realizza individualmente e in un colpo solo, ma insieme e lungo la storia. E trovano pure le radici della fede, perché la fede non è una nozione da imparare su un libro, ma l’arte di vivere con Dio, che si apprende dall’esperienza di chi ci ha preceduto nel cammino. Così i due giovani, incontrando gli anziani, trovano sé stessi. E i due anziani, verso la fine dei loro giorni, ricevono Gesù, senso della loro vita”
Prosegue poi il Papa rivolgendosi direttamente a noi:
“Guardiamo a noi, cari fratelli e sorelle consacrati. Tutto è cominciato dall’incontro col Signore. Da un incontro e da una chiamata è nato il cammino di consacrazione. Bisogna farne memoria. E se faremo bene memoria vedremo che in quell’incontro non eravamo soli con Gesù: c’era anche il popolo di Dio, la Chiesa, giovani e anziani, come nel Vangelo. Lì c’è un particolare interessante: mentre i giovani Maria e Giuseppe osservano fedelmente le prescrizioni della Legge e non parlano mai, gli anziani Simeone e Anna accorrono e profetizzano. Sembrerebbe dover essere il contrario: in genere sono i giovani a parlare con slancio del futuro, mentre gli anziani custodiscono il passato. Nel Vangelo accade l’inverso, perché quando ci si incontra nel Signore arrivano puntuali le sorprese di Dio. Per lasciare che accadano nella vita consacrata è bene ricordare che non si può rinnovare l’incontro col Signore senza l’altro: mai lasciare indietro, mai fare scarti generazionali, ma accompagnarsi ogni giorno, col Signore al centro. Perché se i giovani sono chiamati ad aprire nuove porte, gli anziani hanno le chiavi. E la giovinezza di un istituto sta nell’andare alle radici, ascoltando gli anziani. Non c’è avvenire senza questo incontro tra anziani e giovani; non c’è crescita senza radici e non c’è fioritura senza germogli nuovi. Mai profezia senza memoria, mai memoria senza profezia; e sempre incontrarsi.
Quanto ci fa bene, come Simeone, tenere il Signore «tra le braccia» (Lc 2,28)! Non solo nella testa e nel cuore, ma tra le mani, in ogni cosa che facciamo: nella preghiera, al lavoro, a tavola, al telefono, a scuola, coi poveri, ovunque. Vivere l’incontro con Gesù è anche il rimedio alla paralisi della normalità, è aprirsi al quotidiano scompiglio della grazia. Lasciarsi incontrare da Gesù, far incontrare Gesù: è il segreto per mantenere viva la fiamma della vita spirituale. È il modo per non farsi risucchiare in una vita asfittica, dove le lamentele, l’amarezza e le inevitabili delusioni hanno la meglio. Incontrarsi in Gesù come fratelli e sorelle, giovani e anziani, per superare la sterile retorica dei “bei tempi passati” – quella nostalgia che uccide l’anima –, per mettere a tacere il “qui non va più bene niente”. Se si incontrano ogni giorno Gesù e i fratelli, il cuore non si polarizza verso il passato o verso il futuro, ma vive l’oggi di Dio in pace con tutti.
Siete così l’alba perenne della Chiesa: voi, consacrati e consacrate, siete l’alba perenne della Chiesa!
Vi auguro di ravvivare oggi stesso l’incontro con Gesù, camminando insieme verso di Lui: e questo darà luce ai vostri occhi e vigore ai vostri passi”.(foto dalle Filippine)