19/03/2024

Istanbul 14-28 ottobre 2018

La Fraternità Francescana di S.Maria in Draperis a Istanbul diventata internazionale circa 12 anni fa, è un esempio di vita spesa per l’unità e la concordia dove si parla e si vive di incontro e non semplicemente di dialogo dal momento che il secondo è solo uno dei molteplici aspetti che caratterizzano il primo.
Anche quest’anno dal 14 al 28 ottobre si è svolto il tradizionale Corso di Formazione permanente al dialogo ecumenico e interreligioso. Frati, suore e alcuni fedeli laici, in un clima di fraterna convivenza, hanno potuto fare esperienza di un cammino di ricerca che è prima di tutto interiore quindi relazionale, e solo alla fine intellettuale, grazie all’incontro e al dialogo.
Incontrare significa, infatti, prima di tutto mettersi in discussione, quindi muoversi per incamminarsi verso l’altro e, una volta raggiunto ed essersi lasciati raggiungere, iniziare un dialogo che non è fatto semplicemente di parole e di concetti teologici e culturali, ma di attenzioni, di ascolto e di benevolenza.
Le visite nella città e l’escursione alle sette chiese dell’Apocalisse, le diverse conferenze tenute da relatori assai preparati sull’Islam e le svariate testimonianze di rappresentanti delle varie chiese cristiane presenti in Turchia oltre che del segretario del Gran Rabbinato sefardita, hanno aiutato i partecipanti a entrare un poco nella complessità del tessuto sociale e religioso di questa terra e, soprattutto, a liberarci dalle pretese e attese puramente intellettuali, ricordando come la conoscenza può essere veramente cristiana solo se capace di rinnovare il cuore in vista di una vita spesa ad amare il “fratello che si vede” e, attraverso di lui, il “Dio che non si vede”.
Anche quest’anno abbiamo partecipato al Corso inviando Sr.Toline, una suora albanese che vive nella sua missione la stessa complessità sociale e religiosa della Turchia come conseguenza del dominio turco in Albania durato ben 600 anni.
Con felice sorpresa si è trovata a partecipare con altre sorelle della Congregazione: Sr Zita, Sr Gigi,Sr Antonia Piripizi e sr. Svetla.
Ascoltiamo ora l’esperienza con le sue semplici considerazioni.
“La scelta ad andare in Turchia a partecipare al Corso di formazione al dialogo interreligioso è stata una sorpresa inaspettata. Dovete sapere che io ho sempre avuto pregiudizi sui Turchi e molta paura anche di incontrarli semplicemente per strada data l’educazione ricevuta e le mie consorelle hanno sempre scherzato su un mio possibile invio in missione proprio in Turchia.
Lo scherzo si è realizzato per davvero e io subito ho pensato dentro di me:” Ogni volta che io ho paura di fare una cosa, il Signore mi fa sperimentare proprio quello che non voglio per la mia crescita”
Di questo ringrazio il Signore e i miei superiori che mi hanno dato la possibilità di fare questa esperienza bellissima della quale ho fatto tesoro nel mio cuore cogliendo tanti valori, il rispetto e l’accoglienza per tutte le Religioni perché il credere in Dio è un valore comune. Ho scoperto che la Religione Musulmana ha tante cose in comune con quella Cattolica. Mi è piaciuto molto il loro impegno nell’educazione alla fede dei bambini, che inizia a 6 anni e continua fino all’età matura.
Li educano molto seriamente al rispetto, a non far mai del male a nessuno. Prima consideravo i musulmani nostri nemici mentre ora mi sono di esempio.
Quando si è parlato di dialogo, mi è piaciuto molto P. Eleuterio il quale diceva: “Il carisma dei Francescani è l’arte dell’incontro con l’altro, il dialogo con tutti che porta alla riconciliazione. Abbiamo l’obbligo di accogliere tutti e superare i pregiudizi”
Il concetto forte che mi ha colpito è stato quello di P. Stefano Cavalli: “Se il Vangelo non è vissuto nella fede, noi non testimoniamo l’amore di Gesù agli altri, siamo solo dei funzionari della fede.”
Nella mia piccolezza ho sentito accendersi dentro di me il desiderio di essere una vera francescana missionaria, sorella universale di tutti.
Il corso mi ha aiutato molto a purificare il mio cuore dai pregiudizi e a superare la paura dei musulmani. Ancora una volta ringrazio il Signore e i miei superiori”.

Sr. Toline 

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