
Domenica 7 luglio noi, fmsc presenti nei Borghi di Latina, siamo andate a L’Aquila per l’ingresso di Sua Ecc.za Mons. Giuseppe Petrocchi, quale arcivescovo metropolita della diocesi di L’Aquila-Sulmona-Avezzano. Nei 15 anni vissuti a Latina egli si è dedicato con instancabile e amorosa dedizione a formare una chiesa-di-comunione, convinto che, come successore degli Apostoli, il vescovo “è il principio visibile e il garante dell’unità della sua Chiesa particolare (cfr. LG, 23)”..
Nell’omelia della santa Messa di insediamento egli ha incoraggiato il popolo aquilano con queste parole:
“Il brano del profeta Isaia (66,10-14) esordisce con un invito appassionato e lieto, in cui si avverte la tenerezza paterna di Dio: «rallegratevi con Gerusalemme» (v. 10). Come è noto, Gerusalemme nel linguaggio biblico è simbolo della Chiesa. Mi sento spinto, ad applicare a noi questa frase, traducendola così: «rallegratevi con L’Aquila», e aggiungendo le frasi successive: «esultate per essa tutti voi che l’amate. Sfavillate con essa di gioia tutti voi che per essa eravate in lutto» (id.). (…)
Stanno sotto gli occhi di tutti i segni impietosi della tragedia che ha colpito questa città e la sua gente. Eppure il Signore desidera che non prevalgano in noi i toni della tristezza: Colui che abbiamo creduto Amore ci chiede di non lasciar riecheggiare, nella nostra anima, solo i tocchi mesti delle campane a lutto, ma ci invita, come il giorno di Pasqua, a suonare a festa le campane del cuore. Eppure il Signore conosce bene le devastazioni – umane e materiali – che hanno lacerato questa città e legge perfettamente il racconto scritto con lacrime e sangue sui recenti annali de L’Aquila. Sì, con profonda commozione mi metto in ginocchio di fronte ai 309 martiri del terremoto e davanti alle loro famiglie.
(…)
Sappiamo che il Signore, morendo, ha preso su di sé il dolore del mondo, facendo “sua” la tribolazione di tutti e di ciascuno. Per questo sostando sul testo di Paolo, mi viene da affermare che anche questa Città porta le stigmate di Gesù sul suo corpo (cfr. Gal 6,17). Leggendo il libro dell’Apocalisse mi ha colpito il fatto che l’Onnipotente non solo ci ha dato un “angelo custode” personale, ma ha assegnato un angelo protettore a ciascuna Chiesa, e di lui si serve per far giungere i suoi messaggi alla Comunità cristiana. Oggi mi sembra di ascoltare la voce dell’Angelo di questa Chiesa che dice: “L’Aquila, ascolta la voce del tuo Dio! L’Aquila, Città crocifissa, risorgi ogni giorno con il tuo Signore!”.
Accompagniamo la nuova missione di Sua Ecc.za Mons. Petrocchi con la preghiera affinché, con la ricostruzione materiale, progredisca parallelamente quella spirituale.
sr. Mariagrazia e sr. Rosalia