25/04/2024

MORS ET VITA CONFLIXERE: L’inno di Pasqua sintetizza in cinque parole, con la concisione esatta della lingua latina, la vicenda del mondo: “La morte e la vita si sono scontrate in tremendo duello” (liturg. Pasquale).2 (600 x 374)
L’abbiamo vissuto e lo viviamo anche in questi giorni; l’uomo sempre in agguato con le sue storie di morte, tutte storie di morte quelle che fanno cronaca sugli schermi del mondo! Variamente raccontata e interpretata secondo lo schieramento di parte, da nord a sud, da est ad ovest, la violenza che uccide si maschera di salvezza.
Nel caos generato dalla morte andiamo vagando attoniti, cercando fiduciosi l’evidenza della vita, nelle promesse dei banditori di turno, servili adulatori della ‘statua d’oro’ di un potere qualsiasi, fragile nei suoi piedi di ferro e di argilla (cfr. Dan. 2, 33).
Ma la vita è lì, sotto terra, nel seme marcito, nessuno la vede in tanta prostrazione! Essa germoglia silenziosa dentro alla morte invadente, di essa più forte, pronta ad esplodere decisa e rigogliosa.
E noi, nel groviglio della realtà, capiamo per grazia che non tutto ciò che abbiamo giudicato morte è morte e non tutto ciò che crediamo vita è vita. C’è un “trovare” la vita morendo e c’è un “perdere” la vita salvandola (Mt 16,25). Tutti coloro che hanno preteso di essere artefici di vita difendendo soprattutto o solo la propria, sono diventati seminatori di morte, ma Colui che ha dato se stesso, proprio e solo se stesso, Carne e Sangue, ci ha rigenerato tutti alla vita. Solo nella morte di Gesù la vita freme e, morire con lui, è già risorgere:
“Io offro la mia vita…la offro da me stesso” (Gv. 10,17-18).
… Ma noi abbiamo paura di coinvolgerci nel suo sacrificio e innalziamo barricate contro la morte, contro qualsiasi genere di morte.
Morte e vita si scontrano in tremendo duello nelle vicende di ogni giorno, è qualcosa che ci riguarda da vicino, è la scelta di oggi, di domani, di questo istante, con Lui o contro di Lui, per la vita o per la morte.
Il “Credo nella Risurrezione” si sostanzia di verità quando accettiamo di essere consegnati alla morte nel Mistero Pasquale del Signore; qui c’entra la nostra vita con tutte le sue contraddizioni, le sue morti, le difficoltà, le malattie, i peccati. Morendo nella sua morte, vivremo di lui e con lui.
Ecco la salvezza: lasciarci assumere da Lui, consegnare nelle sue ferite la nostra libertà, perché lavati nel suo Sangue risorgiamo alla vita.
“Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?” (1 Cor, 15,55).
Siamo già immersi nella luce dello Spirito, già coinvolti e non per nostro merito, in una grande storia di salvezza che approderà alla risurrezione, viviamo di essa nella fede. Questo dà ragione alla nostra speranza, e pone la vicenda del mondo, piccola e insignificante, all’interno della grande dinamica trinitaria di un Amore che continuamente si dona e non perde nessuno.