“I shall not forget you, my people. I have engraved you on the palms of my hands. Even if these were to forget, I will never forget you!” Isaiah 49: 15-16
“Popolo mio, non ti dimenticherò perché sei sempre nel mio cuore, sei sempre nella mia mente.” (Is. 49:15,16)
La Chiesa Cattolica quest’anno celebra 500 anni della sua presenza in terra filippina, da quando cioè l’esploratore portoghese Ferdinando Magellano, impiegato al servizio della corona spagnola, mise piede a Homonhon, isola di Samar il 17 marzo dell’anno 1521. Per la fede è stato un felice incidente. La meta della spedizione era trovare la rotta marina per raggiungere l’isola delle “Spezie” sorpassando la rotta orientale e proseguendo verso l’Asia che all’epoca era sotto il controllo dell’Impero Turco Ottomano e dei Veneziani. Magellano e il suo equipaggio accidentalmente sbarcarono nella terra formata da tante isole che più tardi saranno chiamate Filippine, quindi l’Europa “ha scoperto” le Filippine per l’interesse economico e per la personale ricerca di gloria dell’esploratore.
Magellano, anche se con lui a bordo c’erano missionari, fece lui stesso da guida non scegliendo i nativi che aveva incontrato. Magellano parlava in Castigliano ed era interpretato da “Enrique”, che fungeva da guida e da traduttore. La sua predicazione subito convertì molte persone che abbracciarono la fede e ricevettero il Battesimo, in particolare nell’isola di Cebù. Nella loro preparazione al Battesimo, vediamo la Parola di Dio in azione, il messaggio fu efficace anche se comunicato imperfettamente, probabilmente perché’ , prima ancora che i missionari arrivassero per evangelizzare, la Parola era già’ stata piantata lì come logos spermatikos (seme della parola).
Magellano si alleò poi con il capo sbagliato durante uno scontro tra tribù e fu ucciso in terra filippina. La flotta originariamente composta di 5 navi, rientrò in Spagna con due sole navi e l’equipaggio composto da 329 marinai rientrò con 18. Ma la fede Cattolica era stata piantata in terra filippina. La cosa importante fu che il Figlio di Dio era venuto nelle nostre spiagge come un debole fanciullo che conquistò i cuori dei filippini di quel tempo.
Quando la prima coppia costituita dal capo di Cebù e dalla sua signora furono battezzati il 14 aprile 1521, Magellano regalò a Hara Humamay che fu poi chiamata Reyna Juana, l’immagine di Cristo, Ecce Homo, la Vergine Maria e l’immagine di Santo Niňo che si trova ancora oggi nella Basilica Minore del Sto Niňo, in Cebù . Quando gli Spagnoli ritornarono nelle Filippine, rubarono la statua del Bambino Gesù’ che la gente del luogo aveva tenuto e custodito tra i propri tesori E’ vero che i primi filippini battezzati probabilmente erano passati alla loro nativa religione dopo che gli Spagnoli erano andati via, ma ormai la fede era stata piantata.
Quindi, i capi successivi delle chiese, quando gli Spagnoli decisero di restare nelle isole, si accordarono che la catechesi doveva essere fatta ai filippini nativi e desiderosi di conversione alla fede cristiana.
Veniva usato Reduccion, come Manuale del Catechitica basato sul Concilio di Trento e il testo Doctrina Cristiana.
E’ commovente pensare che l’immagine del fragile ed impotente Santo Nino e Poong Nazareno (Black Nazarene) o altre immagini della materna tenerezza di Maria, abbiano conquistato i primi filippini e li abbiano condotti ad abbracciare la nuova fede. Fino adesso, queste immagini hanno sostenuto la fede e la spiritualità’ del popolo Filippino.
Più tardi il senso del nazionalismo fu il prodotto della fede abbracciata dalla maggioranza del popolo Filippino. Fu la fede a creare e a formare le comunità’ cristiane, a dare forza e coraggio al moderno paese delle Filippine, dove 81% dei 107 milioni di abitanti professano la fede Cattolica e vogliono essere testimoni di Gesù in tutta l’Asia.
..…a Boso Boso con l’apertura della Porta Giubilare
“Ringrazio continuamente Dio per i doni che vi ha concesso in Gesù’ Cristo, il quale vi ha arricchito di ogni dono.” I Cor. 1: 4-5
Per l’evento del giubileo, anche qui in Boso Boso, per la gioia del cuore e dello spirito, abbiamo il privilegio che la nostra Chiesa parrocchiale è una delle sette chiese giubilari della Diocesi di Antipolo. Inizialmente costruita dai Francescani nel 1669, divenuta poi Chiesa Parrocchiale della “Nuestra Seňora de la Annunciata” nel 2004, è poi diventata “Chiesa Storica Nationale nelle Filippine” il 14 giugno 2018.
La “Porta Giubilare” e’ stata appena aperta solennemente il 17 aprile 2021. La solenne celebrazione fu presieduta dal Parroco Rev. Fr. Evan Paul Villanueva, M.I. e concelebrata da tre preti Camilliani e altri tre sacerdoti del Vicariato di San Francisco Xavier, dei quali uno e’ un liturgista che ha preparato e guidato la celebrazione.
A causa della pandemia il numero dei fedeli era limitato e la celebrazione ha osservato severamente tutti i protocolli. Come sempre, però, la Santa Messa è stata trasmessa in “livestreaming”. Verso la fine della celebrazione il parroco ha ringraziato le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore per la loro presenza e per il servizio missionario che svolgono nella Parrocchia.
In questo anno giubilare chi entra e poi assolve ai necessari requisiti ha il privilegio di acquistare l’Indulgenza Plenaria, segno dell’amore e della misericordia del Signore “Dio e’ ricco di misericordia perché’ grande è il Suo amore per noi.” Ef. 2:4
Coloro che verranno per fare il pellegrinaggio riceveranno un libretto come un passaporto, che verrà timbrato con il timbro della parrocchia e poi riceveranno anche un certificate di partecipazione.
La gente viene da ogni parte della regione, specialmente il fine settimana. Molti vengono a fare battezzare i loro bambini che qui non mancano mai, sono numerosissimi anche in questo difficile tempo della pandemia. Le catechiste e le suore preparano i genitori, le madrine e i padrini dei bambini al Sacramento tutti giovedì’ e il sabato.
Guardiamo con gratitudine a Dio e lo ringraziamo per la fede donata a noi nel Battesimo, quella stessa fede che ci è stata trasmessa dai nostri antenati. Ora sta a noi cogliere la sfida di continuare ad incarnare, a rafforzare a testimoniare e a trasmettere questa fede che abbiamo ricevuto gratuitamente e gratuitamente dobbiamo donare ai nostri fratelli e sorelle, nella ordinarietà’ del nostro cammino.
Non dobbiamo vergognarci della nostra fede, non dobbiamo avere vergogna della nostra vita Cristiana, ma testimoniare Gesù’ nella nostra vita attraverso le buone opere. Che la nostra vita sia una continua lode a Gesù’!
“Stiamo in piedi davanti al grande orizzonte, 500 anni di fede. Grati oggi, portiamo il dono della missione, totalmente Ti doniamo la nostra vita, fedelmente Tuoi fino alla fine, fedeli alla Tua missione Signore, diamo il nostro “Sì”. (ritornello del canto del giubileo, composto da Padre Carlo Magno Marcello, Prete Diocesano}
…con i nostri bambini
Questi bambini che sono i nostri vicini di casa vogliono spiegare una nostra iniziativa. Loro si calzano un paio di ciabattine, ma sono tutte consumate e rotte perché’ le usano tutti i giorni e sempre quelle.
In occasione della festa di Pasqua abbiamo ricevuto tante ciabattine da un gruppo di brave signore. Così un giorno, dopo il catechismo che noi continuiamo a fare per tenere vicini i bambini ed evitare che siano sempre sulla strada, abbiamo regalato a ciascuno di loro un paio di ciabattine nuove.
Alla gioia di Pasqua i bambini hanno unito anche la gioia di questo dono e sono tornati a casa felici.
Comunità’ “Santa Elisabetta d’Ungaria”
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