Ormai da 23 anni sono rientrata dal mio servizio missionario nelle Filippine, dove ho compreso col tempo che il Signore voleva spalancarmi mente e cuore, alla sua ampiezza di amore di Padre- Madre per l’umanità intera.
Poi, quando dopo 10 anni cominciai a capirci qualcosa, ecco che la storia cambiò improvvisamente e mi ritrovai ribaltata all’indietro.
Apparentemente tornai nei luoghi del mio passato, Centocelle: là sono nata, cresciuta, ho studiato, ho tutti i tuoi amici, quel che è rimasto della mia famiglia; ma nulla è più lo stesso!
Mi accorsi di non avere più la mia funzione, mi sono sentita come un pesce fuor d’acqua ed il mio modo di pensare e valutare si discosta dalla media, perché ho visto altro e il mondo qui da noi corre in fretta.
Rifletto alla frase evangelica; Nessuno è profeta nella sua patria…
Ultimamente poi mi è capitata un’esperienza molto particolare: dopo aver incontrato parecchi parroci soddisfatti e accomodati sull’assetto delle loro parrocchie, bloccate dall’incapacità di trovare nuove vie per raggiungere la gente, mi sono imbattuta in un parroco diverso:
P. Daniele, giovane sacerdote deoniano, da un anno parroco della parrocchia dell’Ascensione, nella profonda periferia di Roma: Quarticciolo, tra l’Alessandrino e S. Basilio.
Non ero mai entrata nel vivo del quartiere, lo avevo sempre visto dall’esterno andando alla delegazione del nostro municipio, ma mi sono trovata come accerchiata al suo interno, andando a prestare aiuto a un centro della comunità di s. Egidio per la distribuzione di viveri ai poveri locali oltre che a parecchi rifugiati. Ne abbiamo tra 100-120 per volta, la maggioranza Italiani della zona e poi rifugiati del vicino CENTRO di raccolta RIFUGIATI.
Dopo alcuni sabati di questo volontariato, fedele alla nostra identità di FMSC, ho deciso di andare a incontrare il parroco informandolo che stavo prestando un servizio nel suo territorio. Con sorpresa mi sono sentita accolta cordialmente e affabilmente. Conoscendo la nostra identità di missionarie il parroco dice: – Benvenuta sorella questa è vera terra di missione e abbiamo un gran bisogno, se hai un po’ di tempo da dedicarci, Vieni! –
Quel sacerdote tanto entusiasta ed impegnato nel suo servizio ai parrocchiani è consapevole dei mali del suo quartiere: miseria, ignoranza, spaccio di stupefacenti, tossico dipendenza e delinquenza organizzata; ciò mi ha suscitato tenerezza e ammirazione e il desiderio di aiutarlo in qualche modo.
Ho iniziato a collaborare nel CENTRO D’ASCOLTO della CARITAS, saltuariamente, perché la zona in questione si raggiunge a mezzo autobus, che sono molto irregolari, poi lo psicologo con cui ho iniziato a fare servizio, ha scelto di accompagnarmi, pur di essere in due durante gli incontri. Sì perché ho scoperto che siamo al punto di una specie di FONDAZIONE della Caritas parrocchiale. Finora sono stati distribuiti solo viveri e soldi per le bollette a chi si è visto in reale necessità.
Confesso che per me è stata come una esplicita chiamata a occuparmi di quella gente che si presenta con problemi che a noi sembrano non esistere: prigione, arresti domiciliari, casa occupata, assenza di luce, gas, cibo, tetto per case con bambini, riabilitazione di tossicodipendenti ecc.
Il progetto di p. Daniele ora è questo: curare un buon gruppo di giovani, che completino gli studi, poter avviare una scuola calcio per togliere i ragazzi dalla strada, dal rischio di droga e dello spaccio, piaga del quartiere, realizzare una piccolo angolo sicuro, con giochi per bambini, che non possono usare scivoli ed altalene esterne, dove i tossicodipendenti, vanno a drogarsi.
Ora stiamo cercando di confidare che la Provvidenza sostenga questi progetti, perché non basta mobilitare esercito e polizia per combattere la delinquenza, con una grande retata, una tantum, ma occorre educare, motivare, proteggere la crescita, perché la pianta si sviluppi sana e diritta verso il SOLE.
Si inizia dall’ascoltare ogni persona che viene a chiedere viveri, perché non basta nutrire il corpo, ma a questa società è necessario dare l’aiuto per riscoprire che c’è un dipiù in ciascuno, una scintilla di Dio in ciascuno che va recuperata e alimentata a sua volta.
Complesse le sfide, esili le forze e le capacità ma onnipotente, colui che ci manda e sostiene l’opera nel suo Regno, che sta pure nella periferia romana.
Suor Floriana Saltarelli