Le parole di Francesco d’Assisi
diventano spazio vocante dell’intera comunità scolastica
Il 4 ottobre 2024, nella Chiesa dell’Istituto “Maria Immacolata”, è stato intonato un prolungato «Laudato si’, mi’ Signore»: ottocento anni dopo la stesura del Cantico delle creature le parole di Francesco d’Assisi diventano spazio vocante della parola dell’intera comunità scolastica.
È davvero incredibile come l’insegnamento di Francesco sia ancora in grado di far rumore in un quadro culturale intimamente cambiato. Ma cosa possiamo imparare da un uomo così semplice che ha vissuto più di otto secoli fa? In primo luogo la gioia: una virtù forte e salda, che sopporta dolore, delusione e persino ingiustizia. Questo il fine ultimo di una breve ma intensa rappresentazione teatrale allestita dai ragazzi del Liceo delle Scienze umane durante il raccoglimento che si è svolto in onore della giornata francescana. Viceversa, i giovani di oggi sono in preda alla noia, una parola diventata “virale” in un susseguirsi di note – come ricorda padre Sergio, chiamato a celebrare il momento di riflessione. Si tratta di un’emozione poco edificante, che genera un senso di insoddisfazione, di fastidio e di tristezza.
In secondo luogo, possiamo apprendere da Francesco l’umiltà: una virtù incarnata eroicamente dal Santo, che costituisce la modalità autentica di vivere la relazione con il mondo, facendo della propria vita un cantico d’amore al Padre. Egli manifestò una cura distintiva verso l’opera di Dio e l’appello alle creature a lodare il Creatore ne è la prova più eccelsa.
Da qui si evince come il Cantico non sia solo la prima grande voce poetica del volgare italiano ma un capolavoro di dedizione generosa, quella di Francesco per gli uomini. E allora, sull’esempio del patrono d’Italia, una delegazione degli studenti della Scuola secondaria di primo grado ha decorato un’installazione, posta sull’altare, con immagini rappresentanti il Sole, la Luna, le Stelle, il Fuoco, il Vento, l’Acqua, trasferendo un messaggio semplice ma illuminante: insieme alle creature siamo tutti parte unica e insostituibile del Creato. In tal senso è possibile considerare Francesco d’Assisi come il primo ecologista, ambientalista della storia, portavoce dell’amore incondizionato!
Consapevoli che il sapere francescano sia così rivoluzionario da “influenzare” – per usare un termine postmoderno – intere generazioni, dimostrando loro che un altro mondo è ancora possibile, impariamo ad essere anche noi influencer di valori straordinari, con una sola grande paura: quella di essere indifferenti al destino degli umili.
Insegnante Martina Terrinoni