08/05/2024

Il desiderio di vivere un bel momento di comunità filippina e di pregare insieme per le tante esigenze che ciascuno porta nel cuore, ci spinge nuovamente a vivere una giornata insieme, all’insegna della spiritualità e della bellezza gustata attraverso l’arte e la storia. Dopo l’annuncio, c’è stata una lunga pausa, poi finalmente l’atteso pellegrinaggio, la domenica 23 ottobre 2022, organizzato dalla comunità filippina nella parrocchia di san Bernardo da Chiaravalle nel quartiere Prenestino – Centocelle, Roma, la meta è il Santuario del Sacro Speco di Subiaco nell’alta Valle dell’Aniene per visitare il monastero di san Benedetto, culla del monachesimo in Europa. La partenza è prevista per le ore 8 davanti alla chiesa di S. Bernardo con pranzo al sacco.
Io, (Sr Josie Enaje) e sr Annabel Alera siamo state con la comunità, insieme ad un’altra suora sr Mirasol Abla (Dei Verbum), padre Jason Cabacaba (Cavanis) con un diacono e i seminaristi, padre Aelred Nilo, OSB e padre Victoriano Caritos (Dei Verbum). In totale eravamo 53 persone.
Questo viaggio nel mondo benedettino è iniziato con la preghiera del santo rosario in Lingua Filippina e dopo p. Aelred, ha condiviso una meditazione sulla vita del Santo e la descrizione del posto in cui sorge il monastero tratto dal libro II dei “Dialoghi” di san Gregorio Magno che è diviso in 4 parti. Subiaco è un nome che ha eco e storia di secoli, che custodisce memorie storiche ed artistiche ma soprattutto ha una ricchezza spirituale ammirata da tutto il mondo. Quest’uomo veramente insigne, degno di ogni venerazione, si chiamava Benedetto e lo era di nome e di grazia. È nato da nobile famiglia nella città di Norcia. Lui studiava a Roma ma abbandonò gli studi, la casa e i beni e partì alla ricerca di consacrarsi al Signore perché gli ardeva nel cuore un’unica ansia: quella di piacere soltanto a Lui. Aveva scelto consapevolmente di essere incolto, ma aveva imparato sapientemente la scienza di Dio e decise di ritirarsi in un luogo solitario dove cominciò il cammino della perfezione dopo il miracolo di un vaglio di coccio. Benedetto non amava affatto le lodi del mondo; bramava piuttosto sottoporsi a disagi e fatiche per amore di Dio, che non farsi grande per gli onori di questa vita. Si diresse verso una località solitaria e deserta chiamata Subiaco, a 65 km da Roma dove incontrò un monaco di nome Romano che lo aiutò e lo accolse per poi rivestirlo dell’abito santo.
Arrivando al Santuario, siamo stati accolti da un monaco che ci ha indicato la cappellina dove si sarebbe celebrata la Santa Messa presieduta da p. Jason concelebrata dagli atri 2 sacerdoti e servita dal diacono. Nell’omelia p. Victoriano ha menzionato la celebrazione della giornata mondiale missionaria per la quale il Papa Francesco ha lanciato il messaggio per tutti i cristiani “Di me, sarete testimoni”, che non è facile perché incontriamo difficoltà, fatica nel lavoro, nel servizio e nella quotidianità; ma impegnandoci nel nostro cammino, arriveremo alla meta con gioia e soddisfazione. Dobbiamo pregare come il pubblicano che si sentiva peccatore e bisognoso della misericordia di Dio non come quel fariseo che nella preghiera lodava se stesso. Il padre, concludendo, ci ha invitato ad essere sempre unite tra di noi.
Terminata la Santa Messa abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato in un posto tranquillo e piacevole al quale si arriva con una passeggiata né lunga né impegnativa, al laghetto di san Benedetto che è un allargamento del fiume Aniene caratterizzato dalla fragorosa cascata naturale situata in prossimità dei ruderi della Villa di Nerone e del monastero di Santa Scolastica. In quel posto molto rilassante, con gioia abbiamo condiviso il pranzo contemplando la bellezza del panorama davanti a noi.
Dopo il pranzo e la siesta siamo andate camminando al monastero di Santa Scolastica, uno dei 12 monasteri voluti da san Benedetto che è l’unico sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene alla fine del XI secolo, fu il solo monastero di Subiaco che in origine si chiamava” monastero di san Silvestro” e nel XIV secolo prese il nome attuale. Si presenta come un complesso di edifici costruiti in epoche e stili diversi, all’ingresso troviamo incisa la regola benedettina “Ora et Labora”. Dentro è arricchito dai chiostri in stile romano, gotico e rinascimentale. Questo monastero benedettino è il più antico del mondo.
Per tutti noi, ogni tappa è stata una scoperta e il cammino ci ha arricchito spiritualmente. Veramente un cammino spirituale, un viaggio nella storia e nell’arte cristiana richiamandoci i principi di stabilità della vita in comune che questi fratelli Santi che hanno vissuto servendo Dio nella vita in comunità e dividendo il proprio tempo tra preghiera, lavoro e riposo.
Tornando a casa nel pullman, abbiamo avuto un tempo di ricreazione trascorso con una grande varietà di giochi. Siamo molto grate al Signore per i tanti doni e anche per la generosità di tutta la comunità filippina e restiamo in attesa del prossimo pellegrinaggio a Montecassino per completare il percorso spirituale di San Benedetto.
Il Signore vi benedica!!

Sr Josie Enaje e sr Annabel Alera

Comunità di Centocelle- Roma