27/04/2024

Non è mai troppo presto per pensare al Santo Natale, soprattutto se a giocare d’anticipo
non è il consumismo, alieno da ideali e propositi, ma un moto dell’animo chiamato
sentimento. Questo è il presupposto che ha mosso la comunità educante dell’Istituto
“Maria Immacolata”, la quale – sabato 11 novembre – si è riunita per un momento di
formazione professionale e spirituale.

L’incontro ha preso avvio dalla condivisione di un pensiero semplice sul Natale.
“Natale è…”: pace, famiglia, gentilezza, perdono. Queste (e molte altre) le parole che sono
state trascritte su dei post-it colorati e che hanno dato vita ad una sentita meditazione sul
Natale. Per arricchire di significato l’incontro, inoltre, è stata posta in mezzo ai partecipanti
una mangiatoia contenente Gesù Bambino; tale presenza non è stata meramente simbolica,
ma ha assunto un significato concreto, strettamente connesso con il termine “presepe”.
Dal latino praesepium – composto da prae, che vuol dire innanzi, e saepes cioè chiuso,
recinto. In sintesi: stalla, greppia, mangiatoia. Ma pur sempre una culla che, nella sua
naturalezza, ha accolto un bambino appena nato.

Nel lontano 1223, un uomo straordinario espresse il desiderio non solo di celebrare il
Natale, ma anche di poter vedere con i suoi occhi come il piccolo Gesù fu adagiato proprio
lì, in una mangiatoia. Quell’uomo era Francesco d’Assisi, che conferì all’Eremo di Greccio
(in provincia di Rieti) l’immagine di una nuova Betlemme, realizzando il primo presepe
vivente. In quella fredda notte non vi era una vera e propria riproduzione della natività né
statuine, bensì una mangiatoia riscaldata dal fiato di un bue e di un asinello.

Alla morte di Francesco si continuò a parlare di questo singolare evento, ripetendolo ad
ogni anno e facendo sì che il presepe di Greccio non fosse dimenticato. Anzi, quel presepe
nato dalla mente di Francesco si prepara a festeggiare il suo ottavo centenario e ad
annunciare il mistero dell’Incarnazione con semplicità e gioia; le stesse emozioni che
hanno contraddistinto l’incontro di sabato 11 novembre.

Dopo aver contemplato un breve ma intenso filmato sulla nascita di Gesù Bambino e
ascoltato la lettura delle fonti francescane sul Natale di Greccio (1 Cel 84-87), la comunità
dell’Istituto “Maria Immacolata” si è fermata a riflettere su quella mangiatoia, in altri
termini sull’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo.

A coronare il momento le parole di Lambert Noben, che si riportano di seguito:

«Sono nato nudo, dice Dio,
perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero,
perché tu possa considerarmi l’unica ricchezza.
Sono nato in una stalla,
perché tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio,
perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore,
perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte,
perché tu creda che io posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio,
perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo,
perché tu possa essere “Dio”.
Sono nato perseguitato,
perché tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità,
perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.»

Quel Bambino di Betlemme, Gesù di Nazareth, inquieta benevolmente la nostra anima e
ha in sé tutta la dolcezza di cui lo stesso Francesco faceva esperienza nel solo pronunciare
il suo nome. Egli non è distante, non è chiuso nel suo Cielo, non è indifferente a ciò che
accade sulla Terra ma si rivela in maniera incredibilmente umana mostrando carità e
misericordia. La bellezza del Natale cristiano è tutta qui: nel fare silenzio e accettare
qualcosa di mai visto e udito prima d’ora; nel chiudere gli occhi e vedere una luce diversa.
Molti credono di conoscere già il segreto di quella notte; ebbene, è necessario ammettere di
non sapere ancora nulla. Il segreto del Natale si ritrova nello stupore di una mangiatoia,
davanti al presepe, per conoscere un Dio che si pone nella storia di ogni uomo, un Dio che
insieme agli uomini nasce, vive, muore, ama, soffre, spera, perdona.